«Corre voce che il primo cittadino, incurante del fatto che in ben oltre 4 anni di amministrazione sia stato in grado di realizzare poco o niente del programma elettorale, abbia espresso la sua disponibilità a ricandidarsi alle prossime elezioni. Ragion per cui, nel maggiore partito che sostiene questa maggioranza, il PD, che ha visto in Consiglio la presenza di 7 consiglieri silenti e supinamente consenzienti, spero si apra un serio dibattito sul tema che porti a rimettere in sesto quello che avrebbe dovuto essere un partito garante del programma elettorale, attento e trainante dello sviluppo della città». Sono le parole di Cosimo Pellegrino, consigliere comunale della Città di Canosa di Puglia, che apre il dibattito in vista della prossima tornata di elezioni amministrative che coinvolgerà anche la stessa città canosina.

«Da Consigliere e da cittadino – dice Pellegrino – mi chiedo se alla luce di una fallimentare conduzione sindacale sia possibile una ricandidatura dall’alto da parte delle segreterie politiche. Ora, se può apparire ragionevole che un rappresentante della società civile venga invitato dai partiti a candidarsi alla guida di una città, non avendo nulla da dimostrare se non la propria ineccepibile vita professionale e umana, non lo appare più se quel candidato, divenuto sindaco, ha governato per cinque anni. Pretendere una ricandidatura automatica senza sottoporsi al giudizio dei cittadini relativo al bilancio della passata gestione può apparire un atto di estrema arroganza».

«È giunto al capolinea il tempo delle trattative – dice ancora Pellegrino – di quel consociativismo strisciante creatosi anni or sono tra destra e sinistra, che, giocando a dadi sulle sorti della città, decideva a tavolino a chi toccasse guidare “la baracca “al di là della tutela degli interessi collettivi. Oggi è il tempo della trasparenza totale e di obbedire alla volontà dei cittadini stremati che vogliono vedere risollevate le sorti di questa città che, con l’amministrazione La Salvia, ha raschiato il fondo del barile. Una persona responsabile, consapevole del malessere, dei disagi dei propri cittadini, delle inefficienze e dei fallimenti amministrativi non si riproporrebbe mai alla guida della città, correndo il rischio di portare alla disfatta la propria coalizione».

«Oltre ai fallimenti progettuali – conclude Pellegrino – e correttivi di appalti precedenti, D6, D5, D2, Museo, Centro giardini, Progetto sosta camper, la mancata gestione delle disfunzione dei rifiuti, il cimitero, l’ospedale, le discariche, oltre all’assenza di nuove progettualità, anche gli atti più banali gridano vendetta , la cui semplicità non ammette scuse per la mancata realizzazione! Cito solo due esempi tra un’infinita serie. Plessi scolastici per asili in zona 167».