Lo hanno rinvenuto a giugno scorso in un barile utilizzato per l’olio coperto da un sacco nero. Si tratta dei resti di Ruggiero Tresca, imprenditore barlettano scomparso nel 2001 e vittima di lupara bianca. Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, fu trovato in territorio di Canosa di Puglia, precisamente in contrada San Pietro, al confine tra Andria e Barletta. La metodologia ed il rinvenimento fecero subito pensare ad uno dei diversi uomini scomparsi e vittime di lupara bianca proprio a Canosa di Puglia. Il fusto utilizzato generalmente per conservare l’olio, fu rinvenuto da un agricoltore in un terreno completamente allagato d’acqua da cui emerse a causa delle abbondanti piogge che interessarono la zona.

A stabilirlo è stata l’autopsia disposta dal magistrato della Procura di Trani Marcello Catalano e svolta nel Centro di Medicina Legale del Policlinico di Bari dal Prof. Francesco Introna. La conferma dell’identità del cadavere è arrivata dopo il confronto con il DNA e di una impronta dentale oltre al riscontro con la descrizione della moglie al momento della scomparsa. L’uomo era socio di un cittadino albanese Roland Lame, allora di 32 anni, di Valona, ed insieme gestivano il ristorante “L’approdo” di Barletta. Negli anni, a partire dal 2001, si è capito come Lame fosse il capo di un’organizzazione che trafficava eroina tra l’Albania, la Puglia e la Sardegna. La sostanza stupefacente all’organizzazione di Lame, secondo l’ accusa, arrivava in Puglia nascosta nei longheroni di autovetture di grossa cilindrata che venivano imbarcate su traghetti di linea. In questo quadro sembra esserci stata la lupara bianca ai danni dell’allora 34enne Tresca.