Non è stato il gelo a scoraggiare coloro che si sono recati presso la parrocchia di San Paolo Apostolo nelle serate del 25 e 26 febbraio per assistere allo spettacolo teatrale “Chi sei tu? Vangelo dell’asino paziente”, pensato e voluto per concludere la decima edizione della Settimana Biblica Diocesana. Il linguaggio teatrale è un linguaggio inclusivo capace di raggiungere tutti e una chiesa che evangelizza deve cercare linguaggi nuovi per fare in modo che il Vangelo possa giungere a tutti.

La Settimana Biblica, promossa dall’Ufficio Catechistico Diocesano, ha visto in ogni singola serata la partecipazione di circa seicento persone appassionate ed entusiaste. «Sono state tre serate, più la quarta di carattere teatrale – scrive il Vescovo Mons. Luigi Mansi sul giornale diocesano Insieme – davvero di una ricchezza straordinaria e dovremo tutti ringraziare immensamente il Signore per quello che ci ha detto e ci ha donato in questi giorni. In queste serate – prosegue Mons. Mansi – trascorse insieme si respirava un bel clima: entusiasmo, gioia di dedicarsi insieme ad un ascolto attento, partecipazione seria e viva fino all’ultimo minuto, domande interessanti e risposte appropriate»

.Nella prima serata è intervenuto Mons. Valentino Bulgarelli Preside della Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, sottolineando in particolare che, come afferma Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, la «gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Con Gesù Cristo nasce e rinasce la gioia. Ma è anche vero – ha proseguito Mons. Bulgarelli – che non sempre tale gioiosa prospettiva ha accompagnato l’evangelizzazione in quanto a volte ha prevalso un’impronta morale o moralistica, altre volte abbiamo insistito sulla conoscenza e in altri casi abbiamo fatto del Vangelo una sorta di sistema a legittimazione dei nostri assetti organizzativi». Come diventare attraenti nell’opera evangelizzatrice? Il relatore ha suggerito tre atteggiamenti sempre presenti in Evangelli Gaudium: si tratta in primo luogo di partire dall’essenziale che è l’amore di Gesù Cristo, saper inoltre accorciare le distanze attraverso il dialogo interpersonale e infine prendersi cura con amore di ogni persona. In definitiva ha concluso il relatore per incontrare e annunciare efficacemente oggi la Parola di Dio bisogna rimettere al centro la persona in tutte le sue dimensioni.

Nella seconda serata è intervenuto Fratel Goffredo Boselli, liturgista e monaco di Bose, che ha aiutato i numerosi fedeli presenti a comprendere il rapporto tra Parola di Dio e liturgia, offrendo un ottimo excursus tra i tre elementi costitutivi della liturgia della Parola cristiana: la comunità radunata, il libro delle Scritture e il lettore. «La comunità precede le Scritture – ha affermato il relatore – perché prima della Bibbia c’è il popolo della Bibbia. L’ascolto delle Scritture avviene autenticamente solo all’interno della comunità. Ma prima di essere letto – ha proseguito fratel Boselli – il libro delle Scritture viene mostrato a tutti perché è destinato a tutti. Affinché infine si realizzi il processo con cui il libro, che contiene la Parola di Dio, consegna la Parola alla comunità, è necessaria la voce del lettore».

Nella terza serata la Prof.ssa Lidia Maggi, Pastora Battista ha accompagnato i presenti a cogliere l’imperativo categorico della carità che scaturisce dall’ascolto della Parola di Dio. «La pedagogia biblica – ha affermato la relatrice – per farci entrare nella carità non ci consegna un precetto bensì il paradigma del viaggio. Un viaggio in primo luogo da se stessi per riconoscere l’altro nella sua alterità. L’altro non va addomesticato. La Sacra Scrittura ci offre così la postura necessaria per vivere la carità. Diversamente si cade nell’attivismo o nel paternalismo».

Lo spettacolo che ha concluso la Settimana Biblica ha narrato la storia del Figlio di Do attraverso la storia dell’asino che trasporta devotamente Gesù accompagnandolo nei vari episodi biblici. Gesù appare non come un re ma nel suo aspetto più umano come povero tra i poveri, ai quali regala parole capaci di dare speranza e di illuminare la vita. L’auspicio è che l’evento vissuto abbia ulteriormente messo nel cuore di coloro che vi hanno partecipato il desiderio di lasciarsi illuminare ogni giorno dalla Parola di Dio per camminare sui passi che essa indica.