Si è interrotta nel pomeriggio di ieri la protesta delle 16 famiglie assegnatarie di case popolari nella zona del Castello a Canosa di Puglia. Sospesa perchè sono arrivate le rassicurazioni degli uffici tecnici e dell’amministrazione comunale, su di una massima attenzione al tema ed in particolare al monitoraggio affinchè vi siano tempi celeri nella conclusione di tutte le procedure burocratiche per la consegna degli immobili, lo ricordiamo, già praticamente pronti da diversi mesi. Ora mancano gli allacci alle utenze e, successivamente, il collaudo tecnico che servirà a metter la parola fine sulla vicenda. Dopo oltre 30 ore di protesta e di pacifica occupazione dell’aula consiliare e di Palazzo di Città, dunque, le famiglie hanno lasciato il Comune anche se, ci dicono, che sono pronti a nuove forme di protesta nel caso in cui i tempi dovessero nuovamente allungarsi. Dagli uffici tecnici, infatti, avrebbero dato come fine aprile un tempo ragionevole per completare tutte le procedure mancanti per la consegna delle chiavi.

Dall’amministrazione comunale, inoltre, ci tiene a sottolineare l’impegno anche il Sindaco Roberto Morra che ricorda come «la protesta degli assegnatari delle case ubicate nel rione Castello è condivisibile: capisco la loro voglia di poter andare ad abitare un bene che spetta loro considerando che vivono delle situazioni molto difficili. Il punto è – ribadisce Morra – che il Comune non ha la disponibilità degli immobili di cui si parla. Nella prossima settimana, in base agli accordi presi, si dovrebbero ultimare i collegamenti alle reti cittadine dei servizi, avvenuti i quali sarà possibile collegare le utenze e procedere immediatamente dopo al collaudo finale al cui esito, se positivo, potrà seguire la consegna delle chiavi. Occorre tenere presente che il collaudo, eseguito da un tecnico terzo, garantisce la sicurezza dell’immobile e degli assegnatari e quindi è eseguito anche nell’interesse di chi ci deve abitare».

«E’ chiaro – conclude il sindaco, Morra – che l’Amministrazione Comunale non ha alcun interesse affinché quelle abitazioni restino inutilizzate, anzi noi non vediamo l’ora che possano essere consegnate ai legittimi assegnatari».