Partiamo da quel maledetto chilometro 49: una buca, nel mezzo di un avvallamento con tanta acqua depositata ed un incrocio pericolosa tra una vettura ed un mezzo pesante. L’impatto è stato violento e non ha lasciato scampo ad un 23enne di Andria, un giovanissimo ragazzo di rientro dall’università. Storie che si intrecciano come quella di un 30enne, sempre andriese, deceduto mentre era su di un furgone da lavoro con i suoi colleghi o di una famiglia completamente distrutta per un altro impatto sempre tra auto e Tir, sempre sulla stessa arteria stradale, sempre con la stessa dinamica, sempre tra buche, pericoli e quasi nulle misure di sicurezza. E’ la SP2 o ex SP231 o ex SS98. Il nome, purtroppo, non cambia gli addendi della questione di un’arteria stradale di grande importanza e che collega l’hinterland pugliese tra Bari e Foggia ma che negli anni è diventata una strada di serie B tra tagli alla spesa pubblica e province sempre più alla canna del gas negli interventi di manutenzione. L’ultimo incidente mortale proprio nella giornata di ieri. A perdere la vita Marco Nesta e stamane qui resta solo un guard rail semi abbattuto ed una retina arancione dalla parte opposta oltre ad una grossa buca proprio a centro strada. Ma proseguendo sulla stessa via di buche ve ne sono tantissime con l’asfalto completamente sollevato: vedere per credere nei pressi di Montegrosso sono almeno quattro le buche pericolosissime aperte.

Buche che in una strada urbana meriterebbero attenzione ma farebbero solo parte magari di una diatriba politica su chi deve fare cosa. Qui, su una strada “provinciale” ad alta percorrenza, fanno la differenza probabilmente tra la vita e la morte. Un lungo tratto di oltre 20 chilometri, a sole due corsie tra Montegrosso ed Andria oltre al tratto disastroso, leggermente migliorato dopo ultimi interventi, nei pressi di Canosa. Un lungo tratto che da oltre trent’anni aspetta sistemazione più consona. La strada è di competenza della Provincia di Barletta Andria Trani ed il 5 ottobre del 2016, un primo pezzo di strada è stato consegnato alla ditta che dovrà provvedere al raddoppio. Solo il primo lotto dei tre previsti che dovrebbero ammodernare completamente l’arteria stradale tra Andria e Canosa. Un’opera nel complesso da oltre 60milioni di euro finanziati attraverso fondi del CIPE e cioè ministeriali con un co-contributo della stessa Provincia BAT. Ma ad ora di quei lavori e degli altri due progetti che dovrebbero mettere in sicurezza l’intera tratta, neanche l’ombra. Lungaggini burocratiche inspiegabili se si pensa che i tre diversi lotti sono una gruviera di interventi da effettuare.

Basti pensare, oltre alle buche, i ponti della ex SP231. C’è quello di Contrada Martinelli, che attraversa in alto la strada e che dopo trent’anni di chiusura potrebbe nei prossimi mesi esser finalmente sistemato. Ma ci sono anche i diversi ponti che attraversano il cosiddetto “canalone” di Andria e che sono già stati dichiarati difatto pericolanti dagli uffici tecnici del Comune di Andria, vista la chiusura al traffico veicolare delle strade sottostanti e viste le condizioni disastrose tra ferri e cemento ormai consumato. Poi c’è il primo lotto di lavori, il tratto tra Montegrosso e la periferia di Andria che da un anno e mezzo è interessato dalle attività degli operai piuttosto ad intermittenza e che sicuramente subirà una proroga rispetto alla data di scadenza di gennaio 2019. Poi c’è il secondo lotto quello di Canosa, nei curvoni della “morte” che recentemente sono stati interessati da piccoli lavori urgenti di messa in sicurezza ma delle opere più importanti, ad ora, neanche l’ombra. Ancor più distante, invece, l’ormai divenuta famosa “tangenziale ovest” della Città di Andria, opere del terzo lotto e per cui esiste già un progetto definitivo ora al vaglio della procedura di VIA e che dovrebbe prevedere la costruzione di una nuova bretella stradale che superi il tracciato attuale, e che ha già avuto diversi pareri negativi che allontanano probabilmente ancor più in là nel tempo la realizzazione. Opere per le quali ci sono già fondi stanziati dal CIPE che hanno già bandi effettuati da parte dell’ente gestore e cioè la Provincia BAT, ma opere che non partono e soprattutto non terminano in tempi celeri. Nel frattempo sulla SP2 si muore e la sicurezza latita.