Plauso di Coldiretti Bari all’attività dei Carabinieri che hanno sgominato un gruppo criminale che saccheggiava le campagne nel sud-est barese, rubando mezzi e trattori tra Conversano, Castellana Grotte ed Alberobello, con gli indagati accusati, a vario titolo, di tentata estorsione, furto aggravato, riciclaggio e ricettazione.

«Ringraziamo le forze dell’ordine per la continua attività di prevenzione e repressione dei fenomeni criminali. A Bari le fattispecie criminose più significative sono costituite dalla sofisticazione, soprattutto dell’ortofrutta e dell’olio, ma si assiste anche ad una escalation – denuncia Angelo Corsetti, Delegato Confederale di Coldiretti Bari – di furti nelle campagne di mezzi agricoli, prodotti, fili di rame e tutto quanto inibisce il sano svolgimento dell’attività agricola nelle aree rurali. Abbiamo più volte richiesto interventi duri, capillari e incisivi contro i fenomeni dilaganti nelle campagne pugliesi, fino addirittura a chiedere l’intervento dell’Esercito. E’ emerso, tra l’altro come il fenomeno delle agromafie, nel corso dei cinque anni considerati, abbia accresciuto la propria intensità in particolar modo in Puglia (Bari: 1,39% e Barletta-Andria-Trani: 1,27%). Palma nera alla provincia di Bari, rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l’intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane».

I reati contro il patrimonio, dice Coldiretti Bari, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo,

«I furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi con il taglio dei ceppi di uva – aggiunge Vito Amendolara, Delegato Confederale delle articolazioni territoriali – sono all’ordine del giorno anche nel 2018. Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari. Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciando le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali».

Capitolo a parte – aggiunge Coldiretti Bari – merita il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliesi e dei consumatori. I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano – conclude Coldiretti Bari – la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale.