“Il Piano di riordino ospedaliero: e il tiro della giacchetta” è stato il titolo dato alla conferenza stampa tenuta dai consiglieri regionali del Gruppo CoR, con l’intento di esortare il presidente della Regione Michele Emiliano a riscrivere il Piano di riordino, senza i condizionamenti derivanti dalle varie richieste pervenute in modo campanilistico dai consiglieri della sua maggioranza. Ad introdurre i lavori è stato il capogruppo Ignazio Zullo che ha spiegato le ragioni per le quali in sede di Commissione sanità gli esponenti di CoR hanno ritenuto opportuno non partecipare alla “Fiera degli emendamenti”, considerato che il Piano non poteva essere semplicemente modificato, ma al contrario andava riscritto ex novo.

«Il Piano – ha proseguito Zullo – è disequilibrato, presenta una serie di discrasie e disomogeneità in sede di applicazione dei principi fissati dal DM 70/2015, manca di effettive analisi demografiche della popolazione pugliese e valutazioni dei dati epidemiologici dei bisogni in termini di salute. Manca anche di una valutazione preliminare dei requisiti strutturali e tecnologici delle varie strutture ospedaliere e manca soprattutto – ha precisato il capogruppo – una minima valutazione di sostenibilità del Piano che possa permettere di capire se sono stati rispettati i parametri del rapporto costi-ricavi e di indebitamento sostenibile previsti dalla legge di stabilità che non può essere superiore al 10%, per evitare i Piani di rientro per ogni singolo ospedale. Nel Piano non vi è alcun riferimento alle reti dell’emergenza-urgenza e in relazione alla continuità ospedale-territorio che è indispensabile ai fini del raggiungimento dell’efficienza ospedaliera. A tutto ciò – ha rilevato Zullo – si deve aggiungere la disomogeneità nella distribuzione del numero dei posti letto per mille abitanti e dei posti letto per disciplina fra i diversi territori della regione. Il nostro obiettivo – ha concluso – è quello di ricostruire un Piano efficace ed efficiente che alleggerisca la Puglia dalla tassazione».

Per il consigliere Luigi Manca, «il presidente Emiliano deve tornare indietro sui suoi passi, riscrivere il Piano di riordino tenendo in seria considerazione la rete oncologica, cercare di riequilibrare l’assistenza ospedaliera su tutto il territorio, ma soprattutto deve mettere a disposizione di tutti i consiglieri il vero Piano di riordino visto che quello che è stato sottoposto all’esame della Commissione secondo il Ministro della sanità è da ritenere bocciato». Secondo il consigliere Francesco Ventola, questo Piano «è un adempimento formale per evitare il commissariamento da parte del Governo centrale e nel fare ciò Emiliano ha utilizzato il suo ‘physique du role’. Se si continua ad utilizzare il metodo del ricatto – ha concluso Ventola – non possiamo sperare di ottenere risultati positivi nella sanità, così come è già accaduto negli altri settori in cui ha invocato l’intervento della magistratura».

«Nella sanità non si possono adottare metodi ragionieristici – ha precisato il consigliere Renato Perrini – soprattutto quando si ha a che fare con problematiche come quelle che attanagliano il territorio tarantino, dove incombe un’altra diatriba che è quella della mancanza dell’assessorato». Il consigliere Saverio Congedo ha denunciato la mancanza di concertazione nella redazione del Piano. «Sulla sanità – ha detto Congedo – Emiliano aveva promesso segnali di forte discontinuità rispetto alla gestione del suo predecessore, ma di tutto ciò non si vede ombra, anzi l’aspetto più preoccupante che emerge è che ci troviamo di fronte ad una situazione in cui non conosciamo la rotta che questo governo voglia seguire per lenire il mal funzionamento generale che regna nell’ambito sanitario».