Mastelli dell’umido nuovamente in casa in diversi comuni della Puglia in cui è attuata la raccolta differenziata porta a porta. Una nuova scure si è abbattuta nella gestione dei rifiuti pugliese con lo stop agli impianti di Ginosa e Cerignola e lo stop degli altri due impianti di Veneto e Friuli dove fino a poco tempo fa venivano trasferite circa 1000 tonnellate di frazione umida eccedente. Una vera e propria doccia fredda per l’Ager, l’agenzia che gestisce i rifiuti della Puglia, che è alle prese in queste ore con un vero e proprio grattacapo per individuare un sito dove smaltire l’organico. Ufficialmente, la decisione di chiudere ai trasferimenti dei rifiuti avrebbe due spiegazioni: per quanto riguarda la Sesa di Este (Padova), il grado di impurità dell’organico avrebbe superato la soglia del 5%; l’altro impianto, Bioman di Maiago (Pordenone) avrebbe fatto sapere di essere pieno e di non poter più soddisfare le esigenze.

A questo punto, quindi, ballerebbero poco più di 800 tonnellate di organico per cui si sta cercando di trovare una sistemazione: un compito non facile visto che da una prima ricognizione da parte del direttore dell’Ager, Gianfranco Grandaliano, non vi sarebbero disponibilità da nessuna parte. Dall’Ager fanno sapere che è una situazione in costante aggiornamento. Nel frattempo da un punto di vista puramente politico, sembra in dirittura d’arrivo l’aggiornamento del piano dei rifiuti regionale adottato a settembre dello scorso anno e in attesa di approvazione dal consiglio regionale. Seri problemi nella BAT nei comuni di Andria e Canosa in cui i cittadini da un paio di giorni non hanno visto ritirare i bidoni della frazione umida.