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Colline del prosecco patrimonio dell’Unesco, Banfi: «Bene, ora tocca a Nero di Troia e Canosa»

Lo ha detto il commissario italiano, e storico comico, scelto da Di Maio

«Sono molto felice che le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene siano diventate patrimonio mondiale dell’Unesco, era nell’aria da tempo e il Prosecco ormai e’ immancabile in ogni tavola e in ogni buffet. Adesso pero’ mi piacerebbe che venissero presi in considerazione anche i vini della mia Puglia, a cominciare dal Nero di Troia». Lo ha detto all’Agi Lino Banfi, commissario italiano dell’Unesco, commentando il risultato appena incamerato dalle colline che producono le bollicine nostrane, diventate il 55mo sito italiano patrimonio dell’Unesco.

Banfi ammette di non avere meriti speciali in questo successo: «Non sono ancora operativo, il presidente della Commissione italiana Franco Bernabe’ mi ha detto che le prime riunioni per i nuovi dell’Unesco come me si terranno alla fine dell’anno. Intanto studio, anche perche’ vorrei andare nelle scuole a parlare agli studenti del nostro grande patrimonio culturale da salvaguardare. Il vicepremier Di Maio ha detto di avermi scelto proprio per le mie capacita’ comunicative».

Il celebre nonno Libero di “Un medico in famiglia” che gia’ un mese dopo la sua nomina si era lamentato del suo scarso coinvolgimento nelle faccende dell’Unesco, spiega di puntare a far diventare patrimonio dell’Umanita’ anche la natia Canosa di Puglia, ricca di testimonianze archeologiche. Ha gia’ chiesto tutta la documentazione alla fondazione archeologica canosina. E subito dopo si impegnera’, ribadisce per il Nero di Troia: «E’ un buonissimo vino, forte e scuro, uno dei migliori della Puglia insieme al Primitivo e al Negramaro».

Intanto, informa, ha gia’ inserito i tre vini nella sua linea di prodotti alimentari “Bonta’ Banfi”. E le orecchiette, potranno andare un giorno a far compagnia alle colline del Prosecco? «Sicuramente, sono conosciute in tutto il mondo».

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