Tante, forse troppe, persone in fila anche questa mattina davanti agli uffici postali un po’ dovunque. Sia gli sportelli centrali che quelli periferici con una situazione identica un po’ in tutte le città. C’era da aspettarselo a causa del ritiro delle pensioni ma le lunghe code non sono state evitate nonostante le diverse misure di sicurezza poste in essere. In primis la ripartizione in base alle iniziali dei cognomi a partire da ieri, 26 marzo, per arrivare sino a mercoledì 1 aprile. Per i titolari di libretti di risparmio o altri strumenti delle Poste l’accredito è stato già fatto in anticipo. Ma anche questo non ha evitato code agli sportelli postamat. E’ stato necessario predisporre da parte dei comuni, con l’ausilio delle Forze dell’ordine e dei volontari di protezione civile, percorsi specifici per cercare di far rispettare la distanza interpersonale ed evitare assembramenti. Attività che resteranno attive anche nei prossimi giorni sino alla conclusione della distribuzione delle pensioni.

Nelle file tante storie, tante persone anziane (tra le altre cose le più vulnerabili), ma anche diverse persone più giovani delegate. Un vecchio retaggio, quello del ritiro agli sportelli delle pensioni, duro a morire soprattutto nel mezzogiorno d’Italia ma non solo, nonostante i tanti nuovi strumenti possibili. Un retaggio che, tuttavia, in un momento così delicato avrebbe probabilmente dovuto avere maggior attenzione anche per i tanti rischi a cui sono sottoposti i dipendenti di Poste agli sportelli. E’ di ieri il caso di un dipendente della Posta centrale di Bisceglie risultato positivo con la conseguente chiusura dell’istituto con sanificazione degli ambienti. Ma tanti sono i casi sparsi per l’Italia. Unico consiglio possibile è quello di cercare di adeguarsi alle nuove tecnologie disponibili o, comunque, di non affollare in questi giorni le Poste prevedendo un ritiro più tranquillo dopo il 1 aprile.