Per il periodo estivo dell’emergenza Covid 19 sono state distribuite alle Asl e alle aziende ospedaliere e più in generale al sistema sanitario regionale 8,5 milioni di mascherine chirurghiche, 2,6 milioni di mascherine FFP2, 25mila FFP3, 140mila camici, 202.100 tamponi, 66mila tute, 37mila copriscarpe, 15.000 cuffie, 1.900 occhiali, 200 visiere, 1.000 gambali e 2 milioni di mascherine di comunità. Sono stati quindi circa 12 milioni i pezzi distribuiti in tre mesi.

Il risultato di questo sforzo, possibile anche grazie alla struttura di supporto della Protezione civile, è stato che nei mesi di luglio, agosto e fino al 9 settembre sono stati rilevati solo 25 casi tra gli operatori sanitari, pari all’1% su oltre 2.000 positivi totali tra i cittadini pugliesi. Il 60% dei casi di Covid -19 tra gli operatori sanitari riguarda operatori di rientro dalle ferie estive da paesi esteri o da fuori regione e quindi non infettati in Puglia. Al momento, il rinvenimento in fase di screening di singoli casi non ha dato origine a nessuna catena di contagio: segno del funzionamento delle misure di prevenzione e protezione utilizzate e della funzione strategica dei DPI.

Per operatori sanitari si intende medici, infermieri, Oss e figure sanitarie che lavorano anche in strutture come le Rsa. Le procedure di sicurezza e sorveglianza sanitaria decise dalla Regione Puglia insieme all’investimento in DPI quindi hanno funzionato, limitando, mediante l’uso corretto dei DPI, l’infezione e mettendo in sicurezza il sistema nel delicato periodo estivo, caratterizzato dall’afflusso di turisti e di minor presenza di personale in servizio, imponendo test di controllo al personale di ritorno dalle ferie, iniziando da quelli in arrivo dalle zone più a rischio.

I dati sono stati esposti oggi nella Fiera del Levante di Bari nel workshop “Pandemia Covid-19 in Puglia: convivere con il virus. La nuova fase e le strategie preventive in ambito sanitario”.

Nel seminario, organizzato dal Sirgisl – Sistema regionale di gestione integrata della sicurezza sul lavoro, da Aress e dalla Protezione civile regionale, si è discusso di gestione e valutazione del rischio nelle aziende sanitarie, di strategie operative e di modelli per il futuro per evitare il diffondersi dell’infezione da Covid 19 tra gli operatori del servizio sanitario, particolarmente colpiti soprattutto nel nord Italia nella prima fase della pandemia.