Furono circa 4.000, si legge nel volume “Canosa La Grande Guerra 1915-1918”, i giovani canosini, perlopiù contadini ed analfabeti, che lasciarono città, lavoro, famiglie ed affetti per combattere al fronte il nemico austro-ungarico a difesa della Patria, molti dei quali non fecero più ritorno a casa. Ad un secolo da quando si svolsero gli eventi, l’autore, il canosino Michele Di Ruggiero, attraverso un’appassionato e minuzioso lavoro di ricerca partito dall’Archivio Storico Comunale e proseguito consultando diverse fonti in archivi storici e Sacrari militari ha raccolto nomi, dati matricolari e spesso anche i volti dei nostri concittadini che presero parte agli eventi bellici del primo conflitto mondiale.
«Ringrazio il M.llo Michele Di Ruggiero – ha detto il Sindaco Roberto Morra – per avermi fatto dono della sua ultima opera che riallaccia i fili della memoria per restituire alla Città del XXI Secolo il Nome e i Volti dei nostri progenitori. “Canosa e la Grande Guerra” rappresenta per noi, uomini e donne del 2020, la Piazza d’Onore, il luogo in cui lasciarsi trasportare dal vento del sacrificio per la Patria, dove ogni volto racconta una storia, diversa ma uguale a tante altre, una storia che si può facilmente ritrovare e rivivere nelle strade e nei vicoli della Canosa di inizio ‘900. Sfogliando le sue pagine, nomi e volti si aprono al nostro sguardo. Ma i loro volti, i loro nomi, sono ancora i nomi e i volti di oggi, i nostri nomi, i nostri volti, discendenti di quegli uomini che hanno dato la vita per la nostra Nazione e ai quali restituire, quotidianamente, la limpidezza del loro esempio.  Anche Canosa ha pagato il suo tributo di sangue nel conflitto del 15/18 e il lungo elenco dei canosini deceduti al fronte ne dà testimonianza: oltre 20 pagine di di nomi e dati scorrendo le quali, il primo impulso è quello di ricercare il proprio cognome per potersi riconoscere in quell’omonimo illustre, magari sconosciuto, ma legato a noi da quel nome a cui sentiamo di appartenere. Noi tutti apparteniamo a questi uomini per discendenza, ma anche perché a loro ci lega la nostra terra, la nostra storia, il nome della Città in cui i loro occhi hanno guardato lo stesso cielo che noi guardiamo ogni giorno. Dobbiamo anche a loro il nostro essere cittadini di Canosa: dobbiamo esserne degni».