La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio, la sentenza con la quale i giudici della Corte di Assise di Appello di Bari avevano assolto dal reato di omicidio volontario aggravato il 71enne Saverio Piscitelli, accusato di aver ucciso a Canosa di Puglia, il 31 ottobre 2016, l’agricoltore 56enne Sabino Vassalli.

Piscitelli, anche lui agricoltore, proprietario del terreno confinante con quello della vittima, fu arrestato dalla Polizia per il delitto nel dicembre 2016. Secondo gli inquirenti, all’origine dell’omicidio ci sarebbero stati vecchi rancori legati alla conduzione in comune di un pozzo agricolo e una presunta distrazione di fondi, per circa duemila euro, per la quale Vassalli aveva trascinato Piscitelli in tribunale, il quale – hanno rivelato alcune intercettazioni – aveva minacciato Vassalli che “gliela avrebbe fatta pagare”. L’allora 56enne aveva ereditato la presidenza della commissione agricola da Piscitelli dopo circa trent’anni e, così, avrebbe scoperto una presunta distrazione di fondi. Per questo e per alcuni presunti mancati pagamenti aveva fatto causa a Piscitelli che, a sua volta, si sarebbe sentito calunniato. Le indagini ricostruirono che Vassalli fu ucciso con due colpi di fucile da caccia calibro 12, che raggiunsero la vittima all’addome e alla testa. L’uomo venne trovato morto nel suo fondo e, in un primo momento, si pensò ad un incidente sul lavoro. Ipotesi immediatamente smentita dall’autopsia.

In primo grado Piscitelli era stato condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise di Trani, poi assolto in appello e ora la Cassazione ha annullato l’assoluzione rinviando alla Corte di Appello per un nuovo giudizio. Nel processo sono costituiti parti civili la moglie e i figli della vittima, assistiti dagli avvocati Domenico Di Terlizzi e Giuseppe Dello Russo.