Storia, tradizioni, musica, amore per la propria terra ma anche riscoperta della ricchezza intrinseca del centro storico: si è tenuto ieri, in occasione della festa di Santa Lucia in “Zona Castello”, l’evento “Terra, trasformazione e marketing” promosso dall’Archeolcub “Ponte Romano” di Canosa Di Puglia, dall’associazione “ChiAma Canosa” e dagli studenti dell’Istituto “Luigi Einaudi”. Cooperazione e voglia di rivalorizzare il borgo antico sono stati così i leitmotiv principali di una serata volta anche alla degustazione dei prodotti della gastronomia locale realizzati dagli studenti dell’Einaudi e che ha visto, allo stesso tempo, un’ottima riuscita dell’evento alla sua prima edizione. Una volta conclusa la messa presieduta dal Vescovo Monsignor Luigi Mansi, la festa di quartiere è poi proseguita in Piazza Solferino a suon di chitarra e fisarmonica che hanno allietato un momento di aggregazione nonchè ricorrenza molto sentita dall’intera cittadinanza.

L’impegno degli studenti, in ambito enogastronomico e turistico, con tanto di dolci tipici locali si è così unito a quello dell’Archeoclub “Ponte Romano” impegnato da alcuni anni a questa parte nella promozione del territorio e di esperienze innovative come il turismo esperienziale e i corsi di ceramica, senza dimenticare come la stessa associazione sarà protagonista della “Bitus”, la “Borsa Internazionale del Turismo Scolastico e della Didattica. Il classico falò, accompagnato dalle musiche di Renato Lombardi e dall’ultimo lavoro editoriale di Sabino Armagno in vernacolo canosino intitolato “Storje e patorje” disponibile tra l’altro, in versione multilingue, è quindi la testimonianza più tangibile di come netta debba essere l’apertura di Canosa e dei propri cittadini verso mondi e ambiti non ancora del tutto esplorati. Del resto, conoscere il passato risulta di fondamentale importanza per comprendere il presente affacciandosi però contemporaneamente al futuro e Canosa, dall’alto della propria ricchezza storica, culturale, archeologica ha quindi il dovere, attraverso unione d’intenti e amor proprio, di riscoprire e rendere fruibile ciò che è stato.