«Venerdì 31 marzo, l’Amministrazione Comunale ha organizzato una conferenza per condividere con la città lo stato dell’arte della variante urbanistica al Piano Urbanistico Generale e il suo adeguamento al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale.
Ci saremmo aspettati da questo evento proposte concrete che dessero seguito alle direttive e agli indirizzi espressi dall’Amministrazione Comunale con la Delibera di Giunta n.175 dell’agosto 2019, direttive e principi approvati anche dal Consiglio Comunale con la Delibera n.2 del febbraio 2021. Invece, nessun passo avanti, siamo ancora all’anno zero». A scriverlo in una nota è il presidente di Italia Nostra Riccardo Limitone.
«Il sindaco, che è titolare anche della delega all’Urbanistica, nel suo intervento non ha fatto altro che ripetere le stesse direttive e gli stessi principi enunciati quasi tre anni fa. Dopo l’approvazione del Documento Programmatico Preliminare approvato dal Consiglio Comunale a febbraio del 2021, nient’altro è stato fatto, salvo dare un incarico nel dicembre scorso ad una società di Milano per l’analisi di stabilità delle cavità sotterranee e per le attivazione delle procedure per la loro perimetrazione.
Adesso però alcune domande si impongono:  per l’area industriale D5, l’ex San Giorgio Village, che l’Amministrazione Comunale vuole riportare a destinazione agricola che noi approviamo, i proprietari di quei terreni,  hanno fatto formale richiesta per il ritorno di quei terreni a destinazione agricola? Se cosi non fosse, il Comune rischierebbe un contenzioso molto oneroso per le sue casse. Quale attività ha svolto l’Amministrazione in tal senso in tutto questo tempo?  Per l’impianto che produce asfalti in prossimità dell’Ofanto, sul quale è in atto un contenzioso ultratrentennale tra il Comune e la ditta, l’Amministrazione Comunale ha mai pensato di proporre alla ditta la delocalizzazione dello stabilimento in un’area più idonea?  Per le aree con vincolo archeologico quale lavoro è stato fatto, in tutto questo tempo, con la Soprintendenza Archeologica per eliminare o attenuare questi vincoli, laddove questo sia possibile? Perché lo studio di stabilità delle cavità sotterranee e per l’attivazione delle procedure presso l’autorità di bacino è stato affidato solo nel dicembre 2021, quando è noto che la stessa impiegherà anni per dare il suo nulla osta per la riperimetrazione delle aree e la riqualificazione del rischio geomorfologico?  Sugli interventi di semplificazione delle autorizzazioni edilizie nella città consolidata, avete pensato in questi anni a delle soluzioni concrete? Non ci è parso di aver sentito dalle parole dell’architetto Andreassi, consulente esterno incaricato del procedimento della Variante, risposte chiare in tal senso. Ma sia chiaro, se la variante urbanistica è ancora al punto di partenza, cioè a tre anni fa, non è per responsabilità del consulente esterno, ma è responsabilità del committente, cioè dell’Amministrazione Comunale che in tutto questo tempo, al di là delle direttive generali, non è stata in grado di lavorare concretamente sugli obiettivi. Le scelte le fa l’Amministrazione Comunale, ai tecnici esterni il compito di adeguare le decisioni amministrative alle norme di legge. Senza specifiche istruzioni dell’Amministrazione i consulenti girano a vuoto. Ma noi siamo giunti alla conclusione che le problematiche urbanistiche siano viste con una certa indifferenza da questa Amministrazione, adempimenti ai quali, suo malgrado, è costretta a dare corso . Accompagnare e gestire la trasformazione della città e del suo territorio è senz’altro più complicato e difficile che fare nuove opere pubbliche che quando ultimate e rese funzionali, danno un ritorno e una visibilità che non dà la riqualificazione di un quartiere degradato. Riqualificare le parti degradate di una città è una operazione complicata che esige un impegno e una visione chiara dei fattori economici, sociali e culturali sul tappeto. Ma occuparsi di queste parti della città, per così dire obsolete, non è facoltativo, è un obbligo per chi amministra; queste parti della città degradate non possono essere rottamate, vanno curate, sono parti costitutive della città. Per concludere, che senso ha avuto, organizzare questo evento a soli due mesi dal voto? Sa il sindaco che non ci sono più i tempi tecnici per portare in Consiglio Comunale il provvedimento di adozione della variante? Una variante poi, allo stato attuale priva di contenuti. Quella del 31 marzo è stata una vuota esibizione dell’Amministrazione Comunale di cui i cittadini intervenuti avrebbero fatto volentieri a meno».