«Gli argomenti delle campagne elettorali sono sempre gli stessi, programmi che si ripetono secondo un rituale stantio, con gli obiettivi rassegnati in una sorta di lista della spesa.
Manca da tempo la politica, mancano i partiti di un tempo e ci sono troppe liste che millantano un civismo estemporaneo nate alla vigilia delle elezioni senza mai aver dato prova di un concreto e costante impegno per il bene comune. Si dilegueranno come sempre dopo le elezioni o condizioneranno pesantemente l’amministrazione che avranno sostenuto». A scriverlo in una nota è il candidato consigliere con Giuseppe Tomaselli Sindaco Enzo Princigalli.

«In questi giorni – spiega il coordinatore della lista civica Movimento Schittulli – si susseguono messaggi ammiccanti intrisi di vacua retorica e nel frattempo un esercito di candidati al consiglio comunale, improbabili salvatori della patria, si occupa della bassa macelleria elettorale organizzando rastrellamenti quartiere per quartiere, promettendo di tutto. La gente coglie l’abisso tra le belle parole e la realtà disastrosa di una città alle prese con i problemi di sempre, ormai cenerentola della Bat, ignorata, depredata e inquinata.
Ma ho fiducia che gli elettori – continua Princigalli – sapranno distinguere tra candidati credibili e specchietti per le allodole, tra chi costruisce e chi distrugge, tra chi alimenta divisioni e chi cerca sinergie, tra chi coltiva personali ambizioni politiche e chi vuole servire la città, tutta la città, chi ci mette il veleno e chi ci mette il cuore, chi improvvisa e chi con competenza e determinazione vuole costruire una città finalmente decorosa, sicura, accogliente ed attenta ai bisogni dei più fragili.
A febbraio del 2017 un articolo del giornale cittadino “Il Campanile” dal titolo “Possiamo farcela” concludeva così: “Bisogna volare alto! Professionalità al servizio del bene della città e dei cittadini; intelligenze vivaci, ma umili, con tanta voglia ancora di crescere. Persone felici per aver fatto proprio il principio evangelico: “C’è più gioia nel dare, che nel ricevere”, Utopia! Chiedetelo alle persone che amano”.
Che dire: sono trascorsi altri cinque anni da quel messaggio di ottimismo ma per il futuro dei nostri figli e nipoti abbiamo il dovere della speranza e quindi – conclude Princigalli – di credere ancora che possiamo farcela!».