Bene l’export, il 2021 e la prima metà del 2022 hanno presentato per la Bat dati interessanti di crescita (+6,4% nel 2021 rispetto al 2019, l’anno pre pandemia, e + 27% nel primo semestre 2022). Cresce anche il principale comparto manifatturiero, il tessile-
abbigliamento-calzaturiero, che rappresenta oltre la metà dell’export provinciale, esattamente il 55%: dopo aver quasi recuperato nel 2021 i valori pre pandemia, nel 2022 è
cresciuto del +20% circa.

Segnali di crescita importanti sono stati anche quelli dei comparti agroalimentare e chimica, che rappresentano rispettivamente il 22% e il 6% circa dell’export provinciale. Per quanto riguarda l’occupazione le analisi mostrano una crescita di cinque mila unità nel 2021, pari al + 4,4%, rispetto al +0,7% della media nazionale, al +1,3% del Mezzogiorno e all’1,6% della Puglia. In particolare, tali analisi evidenziano una crescita del tasso di occupazione giovanile (15-29 anni), passato dal 22,2% del 2020 al 29,9% del 2021.

Sono questi i numeri della situazione economica e sociale della Bat riportati nei giorni
scorsi sulla stampa locale e regionale e che fanno emergere punti positivi sulla capacità
della Bat di agganciare la ripresa post pandemia.

«Tuttavia, secondo le analisi su richiamate, in particolare quelle presentate dall’economista
Emmanuele Daluiso, la ripresa in atto non mostra di avere la forza per aggredire in misura
sostanziale le criticità che caratterizzano il sistema socio-economico del territorio. I dati
positivi della ripresa a cui facciamo riferimento riguardano essenzialmente la crescita delle
esportazioni e dell’occupazione. I dati qui richiamati sono senza dubbio dati importanti per
l’economia provinciale, che evidenziano la forte voglia di ripresa dopo l’anno della
pandemia.

Tuttavia le analisi a cui facciamo riferimento evidenziano importati punti di debolezza strutturale del sistema economico e sociale della Bat. Emergono al riguardo la persistente specializzazione in settori produttivi considerati maturi e poco dinamici sul mercato mondiale, nonché la decrescita demografica, dovuta sia al saldo negativo naturale (nati-morti) che al saldo migratorio (immigrati-emigrati)», osserva il segretario generale
della Cgil Bat, Michele Valente.

«I comparti produttivi a medio-alto e alto contenuto tecnologico, che sono quelli più
dinamici sui mercati internazionali, rappresentano una parte residuale nel contesto
provinciale. In particolare, emergono diversi comparti sottodimensionati, rispetto al peso
che hanno a livello nazionale. Fra questi emergono i comparti: trasporto e magazzinaggio,
attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle
imprese, oltre altri comparti», aggiunge.

Per quanto riguarda le dinamiche demografiche e sociali, le analisi hanno evidenziato
innanzitutto che il tasso di occupazione della Bat risulta più basso rispetto alle circoscrizioni
territoriali prese a confronto, rispettivamente: Bat 43,7% contro Mezzogiorno 44,8%, Nord
66,4% e Italia 58,2%. Dati sull’occupazione che hanno un forte impatto sulle dinamiche
della popolazione, diminuita di oltre 17 mila unità fra il 2011 e giugno 2022. Per il periodo
da gennaio 2021 a giugno 2022 la composizione della crescita demografica per saldo
naturale (nati-morti) e saldo migratorio (immigrati-emigrati) fa emergere emerge il
fenomeno persistente del trasferimento di popolazione dal Sud verso il Centro Nord, un
fenomeno che interessa in modo più accentuato la Bat. Anche il tasso di occupazione
giovanile, della classe compresa fra 15 e 29 anni, che nel 2021 ha registrato un sensibile
incremento, passando dal 22,2% al 29,9%, va interpretato in termini di qualità dell’occupazione. Come ha pure evidenziato la Svimez nel suo ultimo Rapporto 2022, ci
troviamo di fronte a incrementi di occupazione precaria, part time e/o a tempo determinato.

«Al di là dei buoni risultati di ripresa economica e occupazionale che abbiamo qui ripreso,
quello che ci preoccupa per la tenuta e la ripresa di medio-lungo periodo, sono le criticità
che abbiamo sottolineato, che minano un vero salto di qualità nella crescita economica e
sociale futura. Queste criticità fanno però emergere la necessità di politiche di sviluppo in
ambiti ben determinati, che dovrebbero essere affrontati attraverso una forte collaborazione fra le organizzazioni imprenditoriali e sindacali e fra queste e le istituzioni locali. A tal fine ci siamo spesi e continueremo a farlo attraverso l’operatività del Partenariato Economico e Sociale della Provincia di Barletta-Andria-Trani, che abbiamo contribuito a creare nel 2019.

Dobbiamo però lamentare la scarsa collaborazione che viene dal mondo istituzionale, con i
Sindaci del territorio che operano in completa solitudine fra loro e con il suddetto
Partenariato. Continuiamo a sperare, che le istituzioni locali trovino la forza di tornare a
collaborare strettamente fra loro e con il Partenariato economico e sociale, così come è
avvenuto in passato», conclude Valente.