Si celebra oggi la giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato. Una giornata istituita con Legge il 13 novembre 2020 proprio per il 20 febbraio data in cui anche l’Italia ha iniziato a conoscere da vicino, ormai tre anni fa, il Covid-19. L’idea, lanciata dal regista Ferzan Ozpetek e dal paroliere Mogol, era per onorare il lavoro e l’impegno dei professionisti della sanità durante la pandemia e non solo. Anche perché il bilancio dei lavoratori della sanità è stato pesante con 500 decessi tra prima e seconda fase del covid-19. Il 20 febbraio il paziente uno italiano con la scoperta a Codogno del primo caso. Qualche giorno dopo, praticamente a distanza di una settimana, anche in Puglia il primo caso, un 33enne di Torricella in provincia di Taranto rientrato proprio da Codogno. Infezione presto allargata ai suoi familiari, moglie e fratello, sino al primo caso barese e cioè un 50enne molfettese che lavorava a Londra e poco prima rientrato in Puglia. Una infezione che si allargò subito a macchia d’olio e che ha monopolizzato inevitabilmente l’attenzione mediatica e governativa per due anni. Ora l’attenzione è più bassa come in calo risultano anche i contagi perché è bene ribadirlo ad ora la pandemia non è ancora conclusa.

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe restituisce comunque una settimana nuovamente in calo per i contagi. -3,7% di nuovi casi in Puglia ed una incidenza di positivi per ogni 100mila abitanti pari a 35,6 unità. Al di sotto della media nazionale sia l’occupazione di posti letto in area medica (5%) che quella dei posti in terapia intensiva (0,8%). I contagi scendono non solo in Puglia ma anche in Italia con un -8,3% pari a circa 4mila casi giornalieri anche se, come spiegato dal presidente della Fondazione Nino Cartabellotta, i nuovi casi Covid settimanali sono “ampiamente sottostimati”. In aumento purtroppo, in questa fase, ci sono i decessi con un +7,2% mentre in calo ci sono anche i test totali effettuati in una settimana, poco più di 500mila.