Un sabato santo all’insegna del canto di dolore delle 340 donne strette tra loro per piangere la morte di Gesù Cristo. Un canto, lo stabat mater di Jacopone da Todi, divenuto nel tempo un simbolo potente di fede e tradizione per la città di Canosa. Un simbolo che in realtà fa parte del complesso organizzativo storico-religioso che accompagna la Madonna Desolata canosina, una tradizione ormai secolare che nel corso del tempo ha accresciuto la sua valenza varcando ben presto i confini cittadini, regionali e nazionali.

Una tradizione rispettata che quest’anno è tornata alla piena complessità con il ritorno anche degli angioletti e cioè i bambini con in mano i simboli della passione di cristo. Percorso scenografico dal grande impatto visto anche il ritorno nel centro antico e nelle strette viuzze del centro storico. In particolare, quest’anno, si è voluti far percorrere a statua e corteo la salita del calvario, uno dei punti più suggestivi ma anche complicati di tutto il centro antico della città.

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