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Crediti di imposta inesistenti per “Formazione 4.0”: recuperato un milione di euro nella BAT

Vasta operazione della guardia di finanza provinciale su impulso della procura di Trani

Quasi 1 milione di euro è già rientrato nelle casse dello Stato, a seguito di riversamento di crediti di imposta inesistenti, relativi all’agevolazione Formazione 4.0, restituiti nel corso del 2023 da imprese della provincia di Barletta-Andria-Trani. L’obiettivo è riportare nelle casse dello Stato il 100% del credito utilizzato ma non spettante. La contestazione complessiva al momento raggiunge i 2.5 milioni di euro. La restituzione delle somme, compensate in assenza del presupposto di spettanza del credito, è stata effettuata in base a quanto previsto dall’art. 1, cc. 174-178 L. 197/2022, a seguito di impulso derivante dall’iniziativa congiunta della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle entrate, nell’ambito del tavolo di coordinamento istituito presso la Procura della Repubblica di Trani, denominato “Polo Tutela Penale delle Entrate” e finalizzato alla tutela del gettito fiscale mediante un’azione sinergica di analisi, selezione e intervento.

Il riversamento dei crediti inesistenti non estingue il reato, ma si iscrive nel contesto delle azioni “ripristinatorie”, da affiancare alla repressione penale, che sono al centro dell’attività della Procura della Repubblica di Trani, sul fronte del contrasto alle frodi tributarie.”La vocazione repressiva dell’azione penale non restituisce, da sola, alla collettività il valore sottratto da chi mette in atto una frode. Per questo motivo, negli ultimi tre anni abbiamo impostato un metodo di lavoro basato sullo scambio di informazioni e sul coordinamento con gli enti preposti al governo delle entrate pubbliche, schierando al loro fianco la Guardia di Finanza, in veste di polizia giudiziaria”, il procuratore capo di Trani, Renato Nitti.

“L’obiettivo è quello di ottenere l’emersione tempestiva delle frodi, attraverso la constatazione in tempo reale del reato di compensazione inesistente, come in questo caso. Accade, infatti, che la percezione dell’immediatezza della risposta dell’apparato repressivo si abbina alla possibilità di recuperare effettivamente le somme, quando è trascorso un tempo minimo dalla commissione del fatto. In questo caso, l’intervento della polizia giudiziaria ha generato addirittura l’attivazione autonoma dei soggetti interessati, che hanno provveduto al riversamento, prima che intervenissero le misure cautelari”.

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