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Via Appia Patrimonio dell’Unesco? Per Canosa una spinta in più, lunedì la decisione a New Delhi

Per l'Italia diventerebbe il 60° bene ad essere riconosciuto Patrimonio dell'Unesco nonchè il quinto in Puglia

Sembra avviarsi verso la conclusione l’iter che dovrebbe portare al riconoscimento della Via Appia fra i siti patrimonio dell’Unesco. Infatti, a seguito del parere favorevole dello scorso 30 maggio espresso dall’ICOMOS, Consiglio Internazionale per i Monumenti e i Siti, nella giornata di lunedì prossimo, 29 luglio 2024, si riunirà a Nuova Delhi il Comitato del Patrimonio Mondiale che dovrebbe sancire in maniera definitiva il prestigioso riconoscimento.

La Via Appia, che passa anche da Canosa, darebbe così ancora più rilievo ed importanza alla città ofantina, senza considerare la possibilità di una maggiore crescita economica e sociale. Non a caso, a prendere parte alla firma del Protocollo d’Intesa nel gennaio 2023 presso la Terme di Diocleziano a Roma fu anche il Sindaco di Canosa, dott. Vito Malcangio assieme a tutti gli altri 73 primi cittadini dei Comuni coinvolti per un totale di 4 Regioni, Puglia, Lazio, Campania, Basilicata e 12 fra Province e Città Metropolitane. Il documento allora sottoscritto, su proposta del Ministero della Cultura, vide coinvolta tra l’altro anche la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra presieduta tra l’altro da un canosino, vale a dire Mons. Lello Iacobone.

Fra i sistemi viari più importanti che collegava Roma a Brindisi, quest’ultimo fra i più importanti porti dell’Italia antica, la via Appia è ritenuta una delle più grandi opere di ingegneria civile sotto più punti di vista, da quello culturale fino all’economico e militare. I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C. e si protrassero durante la seconda metà del III sec. a.C. raggiungendo prima Taranto e poi appunto Brindisi. Obiettivo finale garantire un rapido movimento delle truppe verso l’Italia meridionale anche se, con il passare del tempo, la stessa divenne fondamentale via di commercio. Per l’Italia diventerebbe il 60° bene ad essere riconosciuto Patrimonio dell’Unesco nonchè il quinto in Puglia. Si attende, quindi, solo ed esclusivamente la decisione ufficiale.

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