Per quanto sia un rito religioso, la Processione della Desolata di Canosa di Puglia può essere definita a tutti gli effetti un fenomeno culturale che anno dopo anno, ha acquisito sempre più popolarità grazie soprattutto al cinema. Fra le celebrazioni più suggestive della Settimana Santa di tutto il Sud Italia, dopo aver ricevuto le attenzioni, fra gli altri, del National Geographic, non è passata inosservata una delle scene del film “The room next door” di Pedro Almodòvar, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia.

La pellicola, dedicata alla tematica dell’eutanasia, è ambientata a New York e vede protagoniste Martha, una corrispondente di guerra affetta da un cancro, e Ingrid, sua amica di vecchia data. Così, mentre sono sedute su un divano, nel corso di una loro conversazione ecco spuntare un quadro inerente la Processione della Desolata e nello specifico le donne vestite di nero che, come da tradizione, accompagnano il simulacro della Vergine Maria per le vie cittadine nel Sabato Santo di Pasqua. Viene da chiedersi, di conseguenza, come il regista spagnolo sia riuscito ad intercettare questa antica tradizione: a dare la risposta è stato lui stesso, a margine della consegna del Leone d’Oro, spiegando come siano stati di fondamentale importanza, all’interno dei suoi film, i riferimenti alla cultura popolare italiana.

Almodovar è però solo l’ultimo in ordine cronologico ad aver preso spunto da questo rito. Infatti, nel 2022, dopo esser stata oggetto principale della pellicola “Una femmina” del regista Francesco Costabile alla 72^ edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, la “Desolata” di Canosa è tornata alla ribalta del panorama italiano con il film “Ti mangio il cuore” di Pippo Mezzapesa che ha visto protagonista la cantante Elodie, al suo esordio nel mondo cinematografico. In concorso alla 79^ edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il riferimento a Canosa di Puglia e alla Vergine del Sabato Santo è subito palese: il trailer, infatti, si apre con uno scorcio del simulacro della “Desolata” seguita da numerose donne vestite di nero e con il volto coperto. I rintocchi delle campane e una chiesa sullo sfondo fanno poi da contorno a quanti sicuramente, canosini maggiormente, si sono riconosciuti in quella che è una delle tradizioni locali e regionali più sentite.