Prenderà il via domani davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bari il processo nei confronti di Salvatore Vassalli, il 65enne carpentiere di Canosa in carcere con l’accusa di aver ucciso a colpi di pistola il 63enne fisioterapista Mauro Di Giacomo, deceduto il 18 dicembre dello scorso anno davanti alla sua abitazione nel quartiere Poggiofranco.

Vassalli avrebbe ammesso di aver avuto una colluttazione con la vittima, specificando però che i colpi che raggiunsero mortalmente Di Giacomo sarebbero partiti per errore, mentre impugnava l’arma. In base all’accusa, Vassalli avrebbe agito perché convinto che il fisioterapista avesse causato, con una presunta manovra sbagliata, una lieve disabilità a un braccio di sua figlia. Nel 2019, la donna aveva anche intentato una causa civile, dinanzi al Tribunale di Trani, con la quale aveva chiesto un cospicuo risarcimento economico per danni permanenti di natura fisica e psichica. Il professionista barese aveva sempre negato ogni responsabilità, mostrando comunque la disponibilità ad una transazione.

Secondo gli investigatori, la vicenda avrebbe fatto “insorgere nell’indagato, astio e rancore nei confronti del fisioterapista”, fino ad arrivare appunto al proposito di commettere l’omicidio. Vassalli è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Secondo quanto emerso dalle indagini, “in preda ad un’incontenibile furia omicida, dopo aver scaricato l’intero caricatore dell’arma, Vassalli infierì sulla vittima, colpendola con veemenza, ripetutamente, sul capo”. Dalla perizia medico-legale, sarebbe emerso che i colpi di pistola furono sparati con precisione e andarono a segno, circostanza che contrasta con la versione dei fatti fornita dall’indagato.

Alla vigilia della prima udienza del processo, intanto, l’Ordine dei Fisioterapisti di Bari, della Bat e di Taranto ha annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile. “Esprimiamo nuovamente la ferma indignazione verso l’aggressione all’operatore sanitario – è riportato in una nota – Quanto accaduto al nostro indimenticato collega Mauro è un crimine ingiustificabile: contro la persona e contro il lavoratore, che l’Ordine dei Fisioterapisti condanna fermamente come azione lesiva nei confronti della professione tutta”.