«Dopo 20 anni è sempre il ministro Raffaele Fitto a stabilire che l’Acquedotto pugliese è della Regione Puglia. Quando era governatore riuscì con il Governo Berlusconi a far assegnare le quote di Aqp anziché all’Enel (come voleva il precedente premier Massimo D’Alema) alla Regione Puglia e oggi come ministro ha presentato un emendamento che approvato consentirà alla Regione Puglia di adeguare la legge regionale in materia, consentendo così di evitare il pronunciamento della Corte costituzionale per il venir meno di tutti i profili di incostituzionalità originariamente denunciati dal Governo con il proprio ricorso». Lo scrive l’on. Francesco Ventola, europarlamentare di Fratelli d’Italia.
«Questo i fatti, il resto sono chiacchiere e in alcuni casi menzogne che abbiamo sentito in Consiglio regionale e letto in decine e decine di comunicati dove dal presidente Michele Emiliano alla sua maggioranza ingannavano i pugliesi sostenendo che il Governo Meloni voleva privatizzare l’Aqp, che negava l’acqua pubblica, che si approvava, nel marzo scorso, una legge inutile, che sarebbe stata impugnata. Fummo facili profeti e di fronte al muro che la Regione aveva retto, è valsa l’arte della mediazione e del dialogo messi in campo dal ministro Fitto e della sua struttura di intavolare un dialogo che riconosce la bontà dell’affidamento in house e riconosce ai Comuni una quota delle azioni, ma la concessione non avviene illegalmente ma grazie all’emendamento Fitto che sana tutto, l’AQP rimane saldamente proprietà dei pugliesi.
Qualcuno ieri come oggi dovrebbe solo chiedere scusa per tutti gli attacchi rivolti a Fitto, al Governo Meloni e al gruppo regionale di Fratelli d’Italia (all’epoca da me guidato) e far tesoro di questa lezione per governare con serietà e responsabilità la “cosa pubblica”».