
Giornata di audizioni in V Commissione, presieduta da Michele Mazzarano. All’ordine del giorno l’aggiornamento dell’audizione richiesta dalla consigliera del Movimento 5 stelle Grazia Di Bari in merito all’’autorizzazione concessa dalla Provincia Bat all’ampliamento della discarica in contrada Tufarelle.
La seduta si è aperta con l’intervento del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Trani, Renato Nitti, il terzo aggiornamento dell’audizione richiesta dalla consigliera del Movimento 5 stelle Grazia Di Bari in merito all’’autorizzazione concessa dalla Provincia Bat all’ampliamento della discarica in contrada Tufarelle. Assente, per la terza volta, il presidente della Provincia Bat, Bernardo Lodispoto, che ha nuovamente giustificato la mancata presenza per ragioni di opportunità legate all’esistenza di un’indagine in corso.
Il presidente Mazzarano ha sottolineato come l’attività della Commissione non possa essere d’intralcio a concomitanti procedimenti mentre sarebbe stato opportuno registrare la posizione della provincia nell’ambito di un approfondimento che attiene certamente alle competenze dei consiglieri e della Commisisone.
Sulle parti ostensibili dell’inchiesta è intervenuto il procuratore Nitti, riferendo innanzitutto dei dati riguardanti una delle quattro discariche insistenti nella zona, quella Cobema, ormai dismessa ma non ancora chiusa in quanto permangono situazioni di grave dispersione di percolato, causato dalla non impermeabilità del fondo, e manca il capping, la copertura dei rifiuti stoccati per assicurare l’assenza di dispersioni. La prima inchiesta, ha riferito Nitti, del 2021, ha riguardato la Cobema ma anche con il subentro di un’altra società le criticità sono rimaste inalterate e nei confronti di questa è in corso un altro procedimento penale, avviato nel 2021. In questo caso – ha spiegato – le ipotesi di reato concernono la incompleta caratterizzazione di suolo, sottosuolo e percolato, accertamento funzionale all’affidamento dei lavori.
Nitti ha anche fatto riferimento al dato epidemiologico registrato da Arpa nel 2008 nel territorio di Canosa, che ha fatto emergere uno scostamento significativo dai dati medi per mortalità collegata prevalentemente a tumori al fegato. In merito ha richiamato il mutato contesto alla luce della decisione pilota della Corte europea dei diritti dell’uomo, a inizio 2025, nel caso Canavaccuiuolo e altri riguardante la Terra dei Fuochi in Campania, nella quale si è stabilito, all’unanimità, che vi era stata da parte dello Stato italiano una violazione dell’articolo 2 (diritto alla vita) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e una non diligente valutazione dei rischi per la salute. “I dati – ha concluso – lasciano supporre che in quell’area vi sia una complessità ambientale e sanitaria che potrebbe andare al di là del profilo penale”.
E’ poi intervenuta la dirigente Arpa Bat, Rosaria Petruzzelli. L’Arpa ha espresso parere favorevole all’ampliamento ma – ha chiarito Petruzzelli – i pareri espressi sono solo relativi al piano di monitoraggio e controllo degli impianti e delle emissioni. Arpa aveva espresso parere negativo nel 2022, motivandolo e suggerendo le modifiche necessarie per giungere all’assenso. Alla luce di tali modifiche il parere è diventato positivo. “Siamo in fase di verifica di ottemperanza”, ha aggiunto Petruzzelli.
Per il dipartimento Ambiente della Regione il direttore Paolo Garofoli ha ripetuto, come in altre occasioni, che la Regione non ha competenza nel procedimento autorizzativo, che era in capo alla Provincia.
La seduta si conclusa con una richiesta di aggiornamento da parte della consigliera Di Bari per poter ascoltare il Dipartimento di prevenzione della Asl in merito ai dati epidemiologici e ai rischi per la salute nonché il presidente della Provincia.