Due famiglie a contendersi una fiorente piazza di spaccio nel cuore della città di Canosa. Due famiglie che pur di prevalere una sull’altra non avevano remore ad utilizzare le armi. Due famiglie, Lorusso e Sorrenti, che si sono fronteggiate per il predominio sul territorio non disdegnando anche l’impiego di attentati dinamitardi. E’ il quadro emerso dalla terza indagine in pochi mesi dei carabinieri della BAT su Canosa e chiamata, in modo evocativo, “San Sabino” e che ha portato agli arresti 11 persone di cui 7 in carcere e 4 ai domiciliari. Tutti canosini appartenenti alle due famiglie che gestivano lo spaccio nel cuore del centro storico e cioè in piazza del Carmine e zone limitrofe. Un vero e proprio supermarket della droga che fruttava non meno di mille euro al giorno e che era molto appetibile. Di conseguenza fallita la via diplomatica è iniziata una vera e propria guerra per il predominio. I carabinieri hanno infatti evidenziato come le due famiglie fossero in grado continuamente di organizzare azioni di sangue, almeno due quelle sventate dai militari che, nel corso delle indagini, hanno anche sequestrato sei pistole pronte ad essere utilizzate così come due ordigni esplosivi artigianali con miccia a rapida combustione. Spregiudicatezza che veniva anche riportata nell’attività di smercio della droga con frasi criptiche utilizzate per deviare eventuali indagini delle forze dell’ordine ed utilizzo di telefoni cellulari da parte di soggetti apicali già in carcere per altri reati.
Nel corso della lunga indagine condotta in oltre un anno di attività dai carabinieri della compagnia di Andria, sono stati 16 gli arresti in flagranza di reato con il sequestro di circa 1 chilo di droga di varia natura. L’operazione “San Sabino” è la terza dei carabinieri da ottobre scorso sulla città di Canosa. Fondamentale, come spiegato dal comandante provinciale il Col. Massimiliano Galasso, la collaborazione di istituzioni e cittadini così come l’attività posta in essere dal reparto mobile, dalla compagnia di Andria e dalla direzione della Procura di Trani.
