L’unica novità di rilievo e che si sta tentando di far di tutto per accelerare il più possibile la fase di collaudo dei 18 alloggi popolari in zona Castello a Canosa, già assegnati alle 16 giovani coppie che da ieri mattina protestano a Palazzo di Città per veder riconosciuto il proprio “diritto alla casa”, così come recitano i cartelli esposti. Una protesta che non si è fermate neanche questa notte dopo la pacifica e simbolica occupazione dell’aula consiliare. Fuoco acceso e materasso per gli adulti a presidiare Palazzo di Città che, attorno alle 22 su impulso del Sindaco Roberto Morra, ha aperto le porte dell’androne per permettere di dormire in un luogo più riparato che all’esterno.

Il freddo ed il disagio, tuttavia, non hanno spaventato le famiglie che hanno deciso di restare e di proseguire ad oltranza con la protesta. Le 16 giovani coppie, lo ricordiamo, sono già assegnatarie da circa un anno degli alloggi ristrutturati grazie ad edilizia residenziale sovvenzionata con un finanziamento del contratto di quartiere del centro antico di Canosa, proprio la zona del Castello. Un quartiere che ha avuto un progressivo spopolamento nel tempo e che prevedeva proprio il ritorno delle giovani coppie con diritto ad alloggi popolari in quella zona. Ma, dopo aver completato praticamente tutte le opere di restauro ed aver fatto il bando per l’assegnazione, sono nati gli intoppi burocratici che hanno, difatto, bloccato il vero e proprio trasferimento nelle nuove abitazioni degli assegnatari.

Ieri l’inizio della protesta, le nuove rassicurazioni in serata del Sindaco Morra rispetto alla necessità di monitorare la situazione poichè i cantieri degli alloggi sono ancora al centro di una fase di collaudo non terminata. In sostanza la responsabilità è ancora delle ditte restauratrici finchè non vi sarà il via libera dei tecnici collaudatori. In quel momento le chiavi sarebbero consegnate immediatamente dal comune ai diretti assegnatari. Rassicurazioni che, tuttavia, non hanno convinto fino in fondo le 16 famiglie che, per ora, restano a presidio dell’aula consiliare e se necessario proseguiranno con la protesta anche per la seconda notte consecutiva.