«Cortese Sindaco, facile sarebbe alzare il dito contro chi si trova in momenti difficili a gestire situazioni molto più grandi di noi, intendendo il noi come Città e Nazione. Nessuna scelta sarebbe totalmente condivisibile e la ragione di questo scritto è, quindi, di natura ben diversa. E’ delle sue scelte personali che sono preoccupato. Ho ascoltato con attenzione il suo comunicato condividendone lo scopo: chiarire alla popolazione lo stato delle cose proponendo ragioni per stare sereni invece che l’insensato panico. Ma Lei dice, testualmente: “siamo andati a casa di questa persona…” e mi sono venuti i brividi!». Interviene così, in una nota, l’ex Sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia.

«C’è andato Lei??? Era protetto dal contagio? Con quali competenze sanitarie? Che contatto ha avuto con il paziente? LEI DEVE STARE IN QUARANTENA FIDUCIARIA? Ho pensato che fosse solo un erroneo modo di circostanziare il racconto senonché questa sera, alle 19.00, all’ingresso dell’area pedonale di corso San Sabino, insieme ad una pattuglia dei Vigili Urbani in servizio, Lei faceva sfoggio di se parlando fittamente senza alcuna protezione ai poliziotti li presenti (loro si, dotati di mascherina).

Avvocato Morra: Lei non ha nessuno “sconto”, neppure per il ruolo che riveste, circa le stringenti norme nazionali. STIA A CASA! Che non vuol dire, sa bene, non faccia il suo dovere. Al contrario! Garantisca ai suoi familiari la salute ed ai suoi concittadini l’esempio, così come deve il Primo cittadino. Ci faccia sapere come sono andate le cose: è un suo dovere oltre che un nostro diritto. Ossequiandola per il ruolo pubblico, la saluto in attesa».