Le imprese agricole pugliesi hanno sostenuto costi pari a 10 milioni di euro di mascherine e gel igienizzanti per mettere in sicurezza gli oltre 100mila operai agricoli impegnati nelle campagne, da quando a marzo è scoppiata l’emergenza Coronavirus. E’ l’analisi di Coldiretti Puglia, presentata durante l’incontro sul lavoro nei campi ai tempi del Covid, con le imprese agricole che hanno subito un ingente aggravio dei costi a carico delle imprese agricole per il welfare aziendale, dove solo il 9% della spesa per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale è stato compensato dal credito d’imposta.

«In questo momento di incertezza per la brusca risalita dei casi di infezione, da gennaio ad agosto appena lo 0,2% delle 1281 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Puglia riguarda l’agricoltura, dove nelle oltre 100mila aziende agricole, stalle e più di 5mila imprese di lavorazione alimentare non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Si tratta di uno sforzo necessario a garantire sicurezza che va riconosciuto e premiato – ha insistito Muraglia – quando l’emergenza ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza in Puglia che può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali».

E’ necessario investire – afferma Coldiretti Puglia – sul futuro competitivo delle imprese agricole, spesso penalizzate dai costi di burocrazia e lavoro, con una tassazione sul lavoro stagionale più alta che in Paesi come Francia e Spagna.

«Sono stati stringenti i protocolli adottati dalle aziende agricole – ha aggiunto Romano Magrini, Responsabile nazionale delle Relazioni Sindacali e del Lavoro di Coldiretti – con un aggravio dei costi per la cartellonistica interna, i termo scanner, i trasporti con la riduzione a tratta del numero di operai condotti nei campi, la formazione, oltre al ridimensionamento degli spazi di lavorazione nelle aziende agroalimentari per garantire le distanze di sicurezza. Un impegno sul fronte della sicurezza a cui gli imprenditori agricoli hanno adempiuto con enorme senso di responsabilità, soprattutto rispetto agli oltre 100mila operai agricoli impiegati nelle campagne pugliesi».

Per questo semplificazione e sussidiarietà sono necessarie, soprattutto in questo periodo di emergenza – insiste Coldiretti Puglia – a recuperare lo spread di competitività delle imprese agricole pugliesi, considerato che l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile.

«Lo squilibrio fra controlli “giusti”, che fanno dell’agricoltura pugliese un emblema di qualità e sicurezza – ha rimarcato Magrini – e pressione burocratica derivante dalla molteplicità di interventi tra loro non coordinati, finiscono per generare un grave elemento di malessere nei confronti dell’azione pubblica».

Per Coldiretti sono tante le azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro “a partire dal trasporto dei lavoratori nei campi che rappresenta un aspetto fondamentale del business dei caporali, facendo controlli mirati, in particolare nei confronti delle cooperative senza terra che svolgono solo ed esclusivamente servizi agricoli, pulendo le sacche di grigio in tutti i segmenti del lavoro”, ha stigmatizzato Magrini.

«Ciò passa anche dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse inutilizzate del Meridione. Coldiretti lo sta facendo, presentando progetti di sviluppo insieme ai principali gruppi industriali e bancari d’Italia, progetti che realizzano nuovi e moderni strumenti di gestione delle relazioni contrattuali lungo le filiere – ha concluso Magrini – che vogliono rappresentare un modello di coimprenditorialità, sostenibilità economica, ambientale e dello sviluppo dell’occupazione, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore».

E’ necessario che le istituzioni a tutti i livelli – conclude Coldiretti Puglia – implementino le opportunità occupazionali nel settore agricolo, attraverso interventi di stabilizzazione del lavoro, garantendo flessibilità e competitività all’impresa, continuità di reddito e sicurezza al lavoratore.