«Un accordo debole e costruito dal Segretario Francesco Imbrici e da pochi intimi senza il coinvolgimento degli iscritti, una sorta di piccolo castello di sabbia che ha finito per spaccare il gruppo e mortificare dirigenti e base del partito che mai sono stati chiamati ad esprimersi democraticamente sul tema delle possibili alleanze e del profilo programmatico in vista delle elezioni amministrative». A scriverlo in una nota sono Giovanni Suriano e Stefania Di Pietro, membri del direttivo e della segreteria del circolo Pd di Canosa di Puglia.
«Una segreteria che non si è riunita per due mesi e un direttivo che non è stato convocato per ben tre mesi in una fase delicata come quella che stiamo vivendo sono il sintomo di un partito in cui i principi e i valori della partecipazione e della democrazia interna sono stati disattesi. Nonostante l’invito a valutare con cautela tutte le opzioni in campo – spiegano Suriano e Di Pietro – mantenendo vivi il dialogo e il confronto interno con le varie forze politiche cittadine, il segretario Imbrici ha continuato ad insistere pervicacemente nel suo inspiegabile abbraccio con i pentastellati canosini determinando sostanzialmente una condizione di subalternità politica con effetti che saranno probabilmente negativi in termini di consenso elettorale per la lista del Pd, ammesso che una lista rappresentativa la si riesca a formare compiutamente.  L’ultimo appello rivolto al segretario era quello affinchè ci si prendesse un breve momento di riflessione per trovare una mediazione all’interno del gruppo dirigente ed evitare di dividere il partito non è stato preso in considerazione. Numerosi iscritti e dirigenti chiedono conto ed esprimono contrarietà a questo modus operandi autodistruttivo.
A gran voce – concludono Suriano e Di Pietro – è stata da tempo chiesta la convocazione di una assemblea degli iscritti per dibattere liberamente sugli argomenti in questione e definire una linea politica che tenga unito il partito. Ma ormai, a giochi fatti, gli iscritti dovrebbero semplicemente ingoiare una decisione già presa. Il malcontento interno al Pd cittadino ormai si tocca con mano, la delusione è tanta».