“Anche la Bat e le sue comunità locali, hanno il dovere di dimostrare di saper essere classe dirigente. Sarebbe opportuno, per esempio, che all’interno delle tecnostrutture di ogni comune del territorio, si possa costituire una sezione apposita che si occupi specificatamente dello sviluppo delle comunità energetiche nei nostri quartieri e nelle aree industriali”. L’idea o meglio l’esortazione arriva dal segretario generale della Cgil Bat, Michele Valente, in merito alla crisi energetica in atto e alla nascita delle cosiddette comunità energetiche come possibile soluzione al problema. “Sappiamo bene che il personale degli Enti locali, spesso è insufficiente, motivo per il quale noi da tempo ci battiamo chiedendo il suo allargamento. Ma l’idea delle comunità energetiche deve diventare problema principe nella testa degli amministratori del territorio, altrimenti diventa solo accademia disquisitoria”.

“Una Comunità energetica – ricorda Valente – si basa su un sistema collaborativo tra Enti pubblici locali, aziende, attività commerciali e cittadini, che scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. Queste comunità non rappresentano soltanto uno strumento ideale per contribuire in modo concreto alla lotta ai cambiamenti climatici, ma anche contro la povertà energetica portando come valore aggiunto, un ruolo attivo, comunitario e consapevole di chiunque entri a far parte della Comunità stessa. Laddove si sono insediate, le Comunità energetiche stanno dando un contributo significativo non solo alla lotta della modifica del clima ma anche ai costi delle bollette di quei cittadini e di quelle imprese che ne usufruiscono. Queste sono in grado di coinvolgere nella sfida alla decarbonizzazione il maggior numero possibile di attori sociali e la prossimità degli impianti ai consumatori si tradurrà, in molti casi, in installazioni sulle coperture o nelle vicinanze spostando il tema sul coinvolgimento attivo dei cittadini. In questa fase dove il primo argomento che arrovella la testa dei cittadini è il costo delle bollette di luce e gas, il coinvolgimento dei singoli utenti, unitamente al fatto che tali sistemi possono produrre benefici economici, potrà portare i membri della Comunità a comportamenti virtuosi da un punto di vista energetico. Un modello che incentiva la produzione di energia ed il suo assorbimento istantaneo da parte degli utenti situati in prossimità, può aiutare il consumatore a modificare il suo profilo di carico in risposta alla necessità della rete”.

“Il Comune di Brindisi ha di recente avviato il piano di insediamento delle sue Comunità energetiche in due quartieri storici della città, attraverso la riqualificazione edilizia, l’efficientamento energetico e l’autoproduzione, favorendo risparmi energetici per 350 famiglie. È partita la collaborazione tra il Comune di Biccari e la cooperativa energetica è nostra per la costruzione di una Comunità energetica nel borgo foggiano. Inoltre, la regione Puglia, con la legge regionale n. 45 del 2019, promuove l’istituzione di Comunità energetiche e, infatti, altre sperimentazioni si stanno avviando come quella di Arca Capitanata, Roseto Valfortore, Orsara. Si stanno avviando sulla stessa strada, Melpignano nel Salento, Galatone, Salice Salentino. Gli amministratori della Provincia di Barletta – Andria – Trani e le sue comunità locali dimostrino da questo punto di vista di saper essere classe dirigente”, conclude il segretario generale della Cgil Bat.