Sarà conferito domattina al professor Francesco Vinci dell’istituto di medicina legale dell’Università di Bari, l’incarico per eseguire l’autopsia sul 43enne di Canosa, morto dopo che un proiettile calibro 7,65 lo ha colpito al torace sabato scorso. L’esame autoptico potrebbe confermare l’ipotesi investigativa ritenuta più probabile, ovvero che si sia trattato di suicidio. Gli stessi investigatori non escludono però che possa trattarsi di un decesso provocato da un colpo partito accidentalmente mentre l’uomo maneggiava la pistola.

L’arma, illegalmente detenuta, è stata trovata e sequestrata nella camera da letto dell’appartamento della zona Torre Caracciolo in cui il 43enne – con precedenti per spaccio di droga, furti e oltraggio a pubblico ufficiale – viveva con moglie e figli e in cui era agli arresti domiciliari: stava scontando una pena definitiva di otto mesi e tra circa un mese avrebbe scontato la condanna per un episodio risalente a qualche anno fa. Nell’ambito dell’inchiesta aperta contro ignoti dalla Procura di Trani per istigazione al suicidio e detenzione abusiva di arma da fuoco, i poliziotti hanno sottoposto alla prova dello stub moglie e figli alla ricerca di eventuali tracce di polvere da sparo. Si tratta di esami di routine come quelli biologici e balistici che verranno effettuati sulla pistola. Secondo quanto emerso finora, a dare l’allarme è stata moglie che dormiva accanto alla vittima e che è stata svegliata dal rumore sordo del colpo di pistola. I figli sono accorsi nella stanza dei genitori e hanno soccorso e condotto il 43enne in ospedale dove i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sotto sequestro sono finiti anche l’auto usata dai familiari del 43enne e i loro cellulari.