Questa sera alle 18, presso il Centro Studi e Ricerche Farmalabor “Sergio Fontana, 1900-1982”, si inaugurerà una mostra numismatico/archeologica avente come argomento la circolazione monetale nella Canosa antica. Fermamente voluta dal dott. Sergio Fontana (amministratore dell’azienda farmaceutica pugliese Farmalabor), la mostra vanta l’eccezionale patrocinio della Banca d’Italia, giustificato esclusivamente dalla preziosità delle oltre 320 monete esposte.

L’esposizione, collocata nella XV Settimana della Cultura di Confindustria, nasce con una finalità precisa: dare testimonianza del “fare impresa” in epoca greca e romana attraverso monete, anfore e reperti legati ai fiorenti commerci di Canosa, creando un ponte con il futuro dell’imprenditorialità.

Attraverso i reperti, la mostra testimonierà un vivace commercio di prodotti di lusso, ori, sale, ambre, balsami profumati, lane e tessuti preziosi. Canosa è stata un antico centro di produzione delle lane, degli oli e dei vini di Puglia, oltre ad essere Caput Regionis Secunda Apulia et Calabria, come le fonti antiche giustificano. Un’economia in un primo momento latifondistica e poi sempre più assoggettata al governo imperiale di Roma, che ha monopolizzato non solo i prodotti locali ma ha anche fagocitato quelle famiglie di Principi, che dal IV secolo a.C. avevano mantenuto un’eccezionale autonomia dal Governo Centrale.
Le monete prese in esame sono una fusione di ben due collezioni: la Collezione Eredi Mancini (oggi Fondazione Archeologica Canosina) e quella privata della famiglia Sergio Fontana. Si tratta, oltre che di testimonianze storiche, anche di vere e proprie opere d’arte di glittica.

Il Centro Studi e Ricerche Sergio Fontana è stato suddiviso volontariamente in 3 aree, il cui percorso espositivo partirà con due elementi straordinari: pendagli neolitici, uno in pietra e l’altro in osso lavorato, che riassumono gli scambi che erano stati intrecciati tra le piccole comunità indigene situate nel territorio. Si potranno esplorare anfore daune geometriche ed askoi acromi sino ad arrivare alla sala che rappresenta il fulcro dell’esposizione. I reperti sono stati concessi dal Museo dei Vescovi, che vanta una vasta collezione antiquaria, nata da donazioni e antichi ritrovamenti ottocenteschi in aree anticamente appartenenti alla Cattedrale di San Sabino.

Uno degli elementi più importanti della mostra è la produzione delle anfore a figure rosse, selezionate per esemplari appartenenti ad una collezione privata, sempre Fontana. Un esemplare importante e singolo si staglierà sull’incompletezza dell’area di cantiere, a rappresentare il contesto culturale su cui si fonda il divenire. Il leit motiv è proprio il divenire: la sapienza antica di fare impresa, esposta in un antico frantoio ottocentesco che è stato completamente restaurato per divenire un centro di preparazione e formazione farmaceutica d’avanguardia, ricavando le basi degli studi da quell’antica sapienza agricola che è essa stessa testimone di un passato millenario.