Per le festività di fine anno ricadranno su pesce e molluschi le scelte gastronomiche dei pugliesi soprattutto per il cenone della vigilia di Capodanno, con la forte crescita della domanda dei molluschi, dai polpi (+19%) alle seppie (+12%) fino alle vongole (+27%), oltre a baccalà, cozze, mazzancolle, scampi, canocchie, cannelli, gallinelle e triglie. E’ l’analisi di Coldiretti Puglia, condotta in occasione delle feste che chiudono il 2019, dove crollano al contempo gli acquisti di pesce azzurro che fanno segnare un calo che varia dal -5% per le sarde al -10% per le alici fino al -15% per lo sgombro, di contro cresce il consumo di spigole del 6,1%.

«Le festività ancora in corso devono servire a riavvicinare i pugliesi al consumo di pesce locale che in Puglia paradossalmente è tra i più bassi d’Italia, nonostante sia una regione con 800 chilometri di costa e una tradizione marinara molto forte – spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia -. Occhio all’origine del pesce acquistato, con le insidie nel piatto come per il filetto di brosme spacciato per baccalà, uno dei piatti tipici della vigilia servito in umido o fritto», ha aggiunto.

Quasi 8 pesci su 10 consumati in Italia sono stranieri spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy, dice Coldiretti.

Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle del Mar Ligure e Tirreno, Tirreno centro meridionale, mari di Sardegna, e coste meridionali della Sicilia), come anche l’Adriatico settentrionale e meridionale.

Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.