L’emergenza coronavirus nelle strutture sanitarie e socio sanitarie assistenziali, nonché case di cura, è quella che in questi giorni preoccupa particolarmente, anche nella provincia Bat dove, dopo il contagio all’interno del don Uva di Bisceglie, un caso del genere si è verificato anche a Canosa di Puglia, nella Rsa “San Giuseppe”. Come è noto focolai, si registrano in diverse strutture pugliesi, dalla Capitanata al Salento: 55 contagiati a Soleto, 34 tra pazienti e operatori sanitari positivi al coronavirus in una struttura di Bovino, e poi quelli di Troia, Ginosa e la situazione critica del don Guannella a Bari, solo per citare qualche esempio. Tutto ciò fa dire che le «case di riposo e centri di recuperano sono la vera emergenza pugliese. Diverse strutture sono allo stremo per mancanza di personale tra dipendenti che si sono ammalati ed altri messi in quarantena».

«Nel merito abbiamo proposto in un incontro con il Prefetto e la Asl Bat di costituire, cosi come già avvenuto per le attività produttive, un nucleo di coordinamento, monitoraggio e tutela a garanzia della sicurezza sul lavoro degli operatori e per la salvaguardia dei servizi di assistenza per la fascia più debole della società quali sono gli anziani e i disabili, che si tratti di assistenza domiciliare o residenziale. Si tratta di un target di persone già fragili e maggiormente esposte a rischio mortalità a seguito delle complicazioni derivanti da un eventuale contagio», spiega il segretario generale della Cgil Bat, Biagio D’Alberto.

«È necessario mantenere alta l’attenzione sulla prevenzione e sulla sicurezza in tutte le strutture socio sanitarie assistenziali (Rsa, Rssa, case di riposo, ecc.) dove è più facile la diffusione del contagio. Dobbiamo evitare che in Puglia la situazione esploda come già accaduto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. In particolare è necessario dotare tutti gli operatori delle strutture di efficaci dispositivi di prevenzione individuale affinché proteggano sé stessi e le persone di cui si prendono cura», aggiunge Luigi Marzano, coordinatore del comparto sanità della Fp Cgil Bat.

«Siamo preoccupati per questa situazione che espone al rischio in particolare i più fragili, anziani e disabili. Tutte le residenze sanitarie, se non controllate e verificate, possono essere potenziali focolai. Bisogna intervenire tempestivamente, considerata la velocità del contagio del virus. Non ci bastano le rassicurazioni, c’è bisogno di un monitoraggio. Al Prefetto abbiamo palesato la necessità di effettuare tamponi, cosiddetti leggeri, per rilevare lo stato di salute di operatori e assistiti. La Asl ci ha rassicurati dicendoci che la situazione attuale è sotto controllo, resta il fatto che per noi la soluzione migliore è quella di attivare immediata un nucleo, coordinato dalla Prefettura, per monitorare la situazione nelle strutture socio sanitarie assistenziali del territorio della Bat», conclude Felice Pelagio, segretario generale Spi Cgil Bat.