Avete presente quando eravate bambini e stavate sognando qualcosa di bello? E vostra madre vi svegliava per andare a scuola mentre voi volevate continuare a dormire? E provavate a riprendere il filo di quella storia, di quel sogno per voi meraviglioso? Ebbene, chi forse più di tutti da questo sogno non vuole proprio svegliarsi è la Playled Canosa del tecnico Domenico Lodispoto che mai si è posta limiti e che in quel Torremaggiore, dopo aver collezionato tre sconfitte negli ultimi impegni esterni, ritrova se stessa e la retta via smarrita di dantesca memoria. Potrebbero essere usati molteplici aggettivi per descrivere quanto visto in terra foggiana: gagliarda, coraggiosa, insuperabile, tachicardica ma questa volta, al di là di remoti ma pur sempre attuali campanilismi, a regnare sovrano è un capolavoro tattico di una squadra che forse per la prima volta da inizio stagione ha volutamente lasciato il pallino del gioco agli avversari pungendoli in contropiede e sfruttando ogni occasione da rete possibile. Il Torremaggiore, appaiato prima di quest’incontro a quota 37 in condominio proprio con i canosini in seconda posizione, sapeva di poter sbagliare poco ma forse, al termine dei quaranta minuti, sono stati gli stessi numerosi errori sotto porta a rappresentare la pecca maggiore. Vuoi per un Vallarelli in giornata di grazia e letteralmente miracoloso in più di una circostanza, vuoi per un Canosa incredibilmente rigenerato e tenace, i padroni di casa capitolano per la prima volta fra le mura amiche. I rossoblù si rendono protagonisti di un’ottima gara in ogni sfaccettatura difensiva, tenendo bene il campo nonostante il baricentro basso e soffrendo quando necessario: a capitalizzare il tutto ci pensa invece Marcelinho che grazie alla sua doppietta giunta a 30” dal termine, regala ai propri compagni la seconda piazza del campionato di Serie B in solitaria a quota 40, staccando di tre lunghezze proprio i torremaggioresi di mister Olivieri. Degno di lode l’intero roster canosino, con in testa i due estremi difensori Vallarelli e Saulle: il primo si oppone ad ogni tentativo dei foggiani, consegnando agli archivi la sua miglior partita stagionale in assoluto, il secondo chiamato in causa in occasione del rigore di Juan Cruz, si erge ad eroe sventando il raddoppio. L’eterno Gianni Morandi, al Festival di Sanremo, classificatosi terzo alle spalle del duo Mahmood- Blanco ed Elisa cantava “Apri tutte le porte”: titolo errato, l’originale era “Chiudi tutte le porte”.

Il quintetto iniziale scelto da mister Olivieri è composto da Fiotta, Pineiro, Heredia, Murgo e Rossa. Replica Lodispoto con Vallarelli, Marcelinho, Termine, Josè David ed Isaias. L’approccio a questo autentico big match da parte degli ofantini è ottimo a differenza delle ultime trasferte ed infatti nei primi minuti è Isaias con due conclusioni a rete a rendersi pericoloso dalle parti di Fiotta. Termine e soci appaiono fin da subito concentrati e forse, questa più di tutte, sarà il fattore maggiormente determinante al triplice fischio. Il Torremaggiore però vuole mettere le cose in chiaro e inizia a macinare gioco e chilometri vedi il palo colpito da Mura e l’intervento provvidenziale in uscita di Vallarelli su Murgo. Al primo vero affondo però, a metà frazione, sono gli ospiti a passare in vantaggio: filtrante di Josè David per Marcelinho e palla nel sette per lo 0-1. I rossoblù si difendono con ordine ma è da un errore in fase di impostazione che nasce la rete dell’1-1 con Murgo abile nel recupero palla e nell’assist per Heredia che vale l’1-1. Prima del duplice fischio spazio anche per il palo di Pineiro che manda le squadre a bere un thè caldo.

Nella ripresa, sono nuovamente i ragazzi di Lodispoto a sprintare meglio ma Marcelinho, da due passi, si fa ipnotizzare da Fiotta. Pineiro potrebbe regalare ai suoi il nuovo vantaggio ma la sua mira è imprecisa mentre poco più tardi Vallarelli decide di abbassare la saracinesca con una tripla parata prima su Murgo, poi su Pineiro ed infine su Mura decretando ufficialmente l’esasperazione dei padroni di casa. Il castello difensivo ospite regge ma a 4’30” rischia di cadere perchè l’arbitro, in seguito ad un tocco di mano di Josè David, decide sia di espellere lo spagnolo, sia di assegnare il calcio di rigore. Dal dischetto di presenta Juan Cruz ma il subentrato Saulle è monumentale nell’opporsi: ne consegue l’inferiorità numerica di due minuti che però vede il quintetto ospite perfetto nelle marcature e nella quadratura all’interno del rettangolo di gioco. Partita finita? Decisamente no, perchè il sesto fallo commesso da D’Elisa porta nuovamente Juan Cruz dal dischetto, questa volta del tiro libero ma il suo tentativo trova solo il palo esterno. Saltano gli schermi, Olivieri la vuole vincere e si gioca la carta del quinto di movimento: Pineiro da due passi calcia, ma Vallarelli dice ancora di no. Poi, l’ultimo giro di lancette: Isaias in contropiede potrebbe chiuderla ma sbaglia l’ultimo passaggio, Marcelinho 30” più tardi invece no poichè una volta partito dalla propria area e giunto al limite di quella avversaria, insacca per il definitivo 1-2 di un match che più pazzo di così non si poteva. Al triplice fischio è festa Canosa che si rilancia in classifica tornando a stazionare in solitaria in seconda posizione, a conferma di quanto il lavoro fatto fino a questo momento non sia assolutamente da gettare al vento. La chiosa finale, nella conclusione del parallelismo Festival di Sanremo- vicissitudini calcettistiche canosine, non può che riguardare i primi classificati della kermesse perchè se da una parte Elisa con la sua “O forse sei tu” aveva già posto in essere un quesito e quindi dove fosse finita la vera Playled Canosa, dall’altra il duo Mahmood- Blanco aveva invece anticipato i numerosi “Brividi” che l’intera tifoseria avrebbe sentito passare sulla propria schiena. E’ questione di “Chimica” cantavano invece Rettore e Ditonellapiaga, di carattere insomma: o ce l’hai o non ce l’hai. Prossimo incontro, sabato 26 febbraio fra le mura amiche contro il Città di Potenza per confermarsi, come intonava Rkomi “Insuperabile”.