Cinque giorni alla fatidica data del 12 giugno, cinque giorni in cui si proverà a limare quelli che sono i dettagli della campagna elettorale condotta fino a questo momento. Un lungo e duro lavoro, cominciato nell’autunno scorso, che troverà un riscontro in una tornata elettorale fondamentale per il futuro della città. La coalizione a sostegno di Giuseppe Tomaselli è pronta a confrontarsi con il giudizio dei cittadini canosini: tanta programmazione, incontri con le varie attività, impegno affinchè Canosa possa tornare a risplendere. A pochi giorni dal voto, Tomaselli ha voluto esprimere in maniera chiara e concisa idee e riflessioni su quanto detto e fatto, consapevole di come egregio sia stato il lavoro svolto.

  1. Le elezioni amministrative sono ormai sempre più imminenti. Come arriva a questo appuntamento la sua coalizione?

«Arriva coesa, sono carichissimi anche perchè sono ormai più di otto mesi che stiamo lavorando sul programma e sul confronto con la gente. I ragazzi sono pronti per questa avventura».

2. Il vostro programma elettorale dedica ampio spazio alle aree produttive D2,D5,D6. Quale la sua visione in merito a questi temi?

«Bisogna definire qual’è l’aria produttiva per questa città. Definiamola tutti insieme con una concertazione perchè in questo momento nessuna di queste aree di cui tutti parlano ha un insediamento produttivo. Bisogna assolutamente definire l’aria e coinvolgere gli imprenditori, l’amministrazione, le varie organizzazioni dei lavoratori. Dobbiamo risolvere questo problema».

3. Mai come questa volta la parola giovani risulta essere fra le più utilizzate in campagna elettorale. Quanto crede nel loro contributo, quale il lavoro di formazione effettuato in questi mesi?

«Noi siamo partiti perchè volevamo formali i giovani. Con i giovani abbiamo fatto un percorso che è durato per tutta la campagna elettorale con serate di formazione ma non perchè i giovani debbano essere un riempitivo ma bensì una spinta coadiuvati dagli anziani di cui non dobbiamo dimenticare le loro esigenze.

4. In questi anni si sono sollevate parecchie polemiche in seno alla gestione dei dehors da parte dell’amministrazione. Quale il suo giudizio in merito, quali i passi da fare per andare incontro alle richieste delle attività?

«I dehors è un problema che deve essere risolto, non possiamo essere legati a questo regolamento. Adesso vengo da un’attività, una pizzeria che non riesce a mettere quattro tavolini fuori, sotto il porticato perchè ha fatto la domanda dopo Pasqua e deve ancora arrivare la risposta. Noi la gente dobbiamo farla lavorare, quattro tavolini significa, in parole povere, sedici persone in più che possono mangiare una pizza: per una persona che lavora è importante, dobbiamo semplificare la vita ai piccoli ristoratori».