“L’aumento dei prezzi spaventa le famiglie. Se ne parla solo in termini economici ma si discute poco di quanto sia impattante a livello psicologico”. È il grido di allarme di Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Regione Puglia, in merito ai forti rincari sul costo dell’energia che stanno mettendo a dura prova la tenuta economica e psicologica delle famiglie italiane.

L’aumento in bolletta dei costi continua a fomentare paura nei confronti di famiglie ed imprese che devono far fronte ad un conto salatissimo non solo in termini economici ma anche, e soprattutto, in termini psicologici.

“C’è una problematica di tipo sociale”, continua Gesualdo. “La gente ha paura di quel che succederà, di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. C’è molta incertezza sul futuro, timore di non riuscire a provvedere al pagamento di bollette e a imminenti spese impreviste. Tutto questo genera ansia e angoscia, sentimenti che possono avere a lungo termine un impatto significativo sulla salute mentale e quindi sul benessere psicologico collettivo. È una situazione disgregante per la quale urge porre un argine”.

A spaventare di più sono le famiglie in povertà energetica, le più fragili economicamente, che si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici, costrette a scegliere se mettere assieme il pranzo con la cena o pagare le bollette.

“Durante gli anni di pandemia – spiega lo psicologo – eravamo in tunnel oscuro, in fondo al quale non c’era una luce. Ci siamo aggrappati alla speranza che avremmo raggiunto la fine di quel tunnel e, nell’attesa, per non sentirci soli, abbiamo sovra illuminato monumenti con effetti tricolori. Adesso è calato nuovamente il buio, l’ombra della paura”.

In un periodo storico in cui gli effetti della guerra sono diventati titoli di cronaca, si dovrà fare i conti con il rischio suicidario. Cittadini nella morsa dei debiti, serrande abbassate, imprenditori al collasso e famiglie al lastrico sono conseguenze che non possiamo non considerare. “Occorre prevenire tali comportamenti con punti di ascolto nei servizi degli enti locali comunali” continua il presidente degli psicologi pugliesi. “In questi ultimi anni sono emerse con durezza tutte le fragilità dell’individuo. Non è abbassando i riscaldamenti o chiudendo prima gli esercizi commerciali che si risolve il problema. Il disagio mentale è sottile e sotterraneo, lo abbiamo ben inteso negli ultimi anni. È, dunque, necessario che si allarghi la sfera di screening su tutta la popolazione affinché i disagi non si manifestino nelle patologie più estreme e non si cronicizzino. Non dobbiamo lasciar indietro nessuno”.