Non può certo passare inosservato un fenomeno che ha attraversato tutta la produzione della canzonetta sincopata della fine degli anni Trenta e dell’inizio degli anni Quaranta: molti di quei simpatici motivetti, che avevano impegnato le penne dei migliori autori e compositori e le ugole dei più valenti interpreti del periodo, avevano per protagonisti gli animali.

Il pinguino innamorato, il gatto in cantina, la canzone delle mosche, Maramao perché sei morto, La sardina innamorata… canzoni che allestirono un fantastico zoo al servizio dello swing e – a maggior ragione – della necessaria evasione dal contingente (un regime in agonia, le ristrettezze economiche dovute alle sanzioni, le leggi liberticide, l’avvicinarsi di una guerra…).

Fatta salva la tradizione millenaria della favola con interpreti zoomorfi (Esopo, Fedro e i loro epigoni più moderni) una ragione era senz’altro da rintracciare nelle programmazioni cinematografiche di quegli anni, che dalla metà degli anni Trenta cominciarono ad ospitare i primi cartoni animati di Walt Disney, le Silly Symphonies, il cui titolo nel nostro Pese venne italianizzato in Sinfonie Allegre – e la saga di Mickey Mouse, che avevano colonne sonore di sapore decisamente moderno, se non esplicitamente jazz e swing.

I programmi leggeri dell’EIAR e tutta la pletora di artisti che vi gravitavano intorno intuirono immediatamente il grosso successo di questi cortometraggi animati e si impegnarono da subito a creare canzoncine in sintonia con quel mondo fantastico. Topolini, mici e pinguini innamorati è uno spettacolo che racconta in modo leggero, ma ricco di aneddoti e informazioni, questo periodo e questo repertorio: una divertente lezione di storia del costume arricchita da una selezione di divertenti canzoni interpretate dalle sorelle canterine che hanno fatto dello swing e della canzonetta sincopata una missione di vita.

Nate da un’idea del produttore Giorgio Bozzo e dell’arrangiatore Christian Schmitz, le Sorelle Marinetti sono il frutto di una seria ricerca nel repertorio dello swing e del jazz italiano degli anni Trenta e Quaranta, di un certosino lavoro di adattamento dei timbri vocali dei tre attori e cantanti e di recupero filologico degli arrangiamenti e del sound originale dei brani in repertorio. Con all’attivo tre pubblicazioni discografiche e una estensiva attività teatrale, vantano anche collaborazioni di prestigio, come quella con Arisa al Festival di Sanremo nel brano Malamoreno (2010), con Vinicio Capossela per l’album “Marinai profeti e balene” (2011), e con Simone Cristicchi in un fortunatissimo tour estivo intitolato “Poker di swing” (2012).

Hanno da poco dato alle stampe il loro nuovo lavoro discografico dal titolo “Parole d’Amor” (2018), dove accanto a classici dello swing italiano trovano spazio la versione sincopata de L’Italia di Piero, interpretata con il suo autore Simone Cristicchi, l’originale interpretazione della caposseliana Pryntyl, il brano Lunedì, scritto dal cantautore siciliano Tony Canto e interpretato dalle Sorelle per i titoli di coda del film “Ci vuole un fisico”, e l’inedito di Giovanni D’Anzi Parole d’Amor