«”Boom delle fiere dopo il Covid”, così titola oggi un articolo de “Il Sole 24 Ore”: 40mila visitatori per “Cibus” a Parma, 60mila per il “Salone del Mobile” di Milano, 92mila per il “Salone Nautico” di Genova, 50mila per il “Sana” di Bologna, ma benissimo anche altre fiere non aperte al pubblico come “Vicenza Oro”. Soddisfatto Maurizio Danese, presidente dell’Aefi, Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, che riunisce 40 operatori fieristici nazionali. Insomma, le fiere sono riprese alla grande e con enorme entusiasmo da parte degli operatori e dei visitatori, ma non a Bari». A scriverlo in una nota è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Francesco Ventola.
«La grande “Fiera del Levante”, fra le più importanti campionarie del Mezzogiorno, non si è tenuta perché ci sarebbe stata una scarsa adesione delle aziende per le difficoltà finanziarie dettata dalla mancanza di materie prime e di prodotti disponibili, naturale conseguenza delle ripetute restrizioni adottate dai governi per contenere la pandemia.
Un quadro che rispecchia perfettamente la situazione in cui versano migliaia di piccole e medie aziende/imprese in grandissima difficoltà. E non possiamo non chiederci: ma solo gli espositori che dovevano venire a Bari avevano questi problemi di mancanza di materie prime e pochi prodotti disponibili?
Francamente – spiega Ventola – ci è sembrato sempre molto strano che gli espositori non avessero mai smentito la nota inviata dalla Fiera del Levante che gettava su di loro la responsabilità e quindi il fallimento della mancata 85^ edizione, senza invece fare il mea culpa per un management incompetente e incapace di gestire e organizzare eventi di questa natura, accontentandosi, si fa per dire, dei 111mila euro che la Regione e quindi i pugliesi versano ogni mese per i padiglioni occupati dall’ospedale Covid e centro vaccini.
E’ evidente che è un favore reciproco che il presidente Emiliano e Fiera del Levante si sono scambiati dando, però, la croce agli espositori che a Bari sono in difficoltà, mentre altrove sono dinamici e con i magazzini pieni.
Quando il 10 settembre scorso abbiamo, davanti ai cancelli della Fiera del Levante, denunciato tutto questo non avevamo ancora i dati che oggi il quotidiano economico più importante d’Italia ci ha fornito e che oggi danno più forza alla nostra tesi: la “Fiera del Levante” non si è fatta non per colpa del Covid o degli espositori, ma per colpa di politiche regionali fallimentari del presidente Michele Emiliano, del suo assessore Alessandro Delli Noci e del sindaco di Bari, Antonio Decaro».