«Desidereremmo ogni tanto parlare di buone notizie per Canosa di Puglia, purtroppo continuiamo a registrare solo cattive notizie. Oggi è la volta delle condizioni precarie in cui versano i nostri beni archeologici. L’arco onorario, detto di Varrone o più comunemente Arco Traiano sta cadendo a pezzi: un grosso masso si è staccato dal cornicione, insieme a numerosi frammenti di mattoni. Già 30 anni fa nel volume “Principi, Imperatori e Vescovi”, nella scheda relativa al monumento, veniva denunciata una forte compromissione della struttura dal punto di vista statico. Nella stessa scheda si parla di numerosi interventi di restauro effettuati nel 1815, 1828,1838,1878 ed infine nel 1917. Da oltre un secolo su quel monumento non è stato fatto nessun intervento di restauro: c’è da rimpiangere i Borboni ed il Regno d’Italia. Senza considerare poi, che quel monumento si trova in una proprietà privata, adibita a vivaio ed aperto tutti i giorni al pubblico. Vogliamo pensare alle possibili conseguenze per l’incolumità delle persone se fossero state colpite da quelle macerie? Questo non è che l’ultima, di una ormai lunga serie di situazioni che testimoniano l’abbandono in cui versa il patrimonio archeologico». A scriverlo in una nota è l’associazione “Italia Nostra” sezione di Canosa di Puglia.

«A febbraio 2020 Italia Nostra e Fondazione Archeologica segnalarono al sindaco e alla Soprintendenza Archeologica lo stato di degrado dell’ Ipogei Lagrasta, dove, a causa delle pendenze esistenti, in occasione di piogge abbondanti si crea un effetto cascata, con le acque piovane che si riversano negli ipogei. Le conseguenze più rilevanti – spiegano dall’associazione – sono l’estesa umidità con conseguente compromissione degli intonaci presenti: basterebbe un modesto intervento, con costi minimi, per deviare il corso delle acque piovane. Anche qui, nessun riscontro alla nostra segnalazione, né dal Comune né dalla Soprintendenza. Infine sul “Mausoleo Bagnoli” si sono radicati giovani pini che crescendo comprometteranno l’intero monumento. Basterebbe poco per risolvere il problema, ma, anche qui, disinteresse assoluto da parte di chi dovrebbe tutelare. Per non parlare delle condizioni in cui versa l’Ipogeo “Monterisi -Rossignoli” di cui parleremo prossimamente. C’è da chiedersi, dove è stata la Soprintendenza in tutti questi anni? C’è da chiedersi quando e come hanno tutelato, conservato, difeso, protetto, salvaguardato il patrimonio archeologico della nostra città? Abbiamo sempre di più l’impressione che di questo passo, tra non molto, dei nostri beni archeologici – concludono da Italia Nostra – resteranno solo le macerie».