Una doccia fredda quella che si scaricherà addosso ai cittadini di Canosa di Puglia. E questo in seguito all’aumento della tassa dei rifiuti a causa dei maggiori costi della Tari, calcolati in 450 mila euro. La maggioranza nel Consiglio comunale che si è celebrato lo scorso 1° febbraio 2024 ha, come si dice, messo le mani avanti adducendo la responsabilità degli aumenti alla Regione Puglia, la quale si dovrebbe fare carico di questo aumento a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 10550 del 6 dicembre 2023.

“I cittadini avvertono solo lo sballottare di responsabilità tra Comune e Regione, presentando che sia la Regione ad ottimizzare e chiudere il ciclo rifiuti e che il piano Regionale inattuato e la mancata realizzazione degli impianti pubblici che a detta di un Consigliere di maggioranza non ha consentito il trattamento in loco. Di conseguenza, sempre a detta dello stesso, il trasferimento dei rifiuti in altre località sarebbe la causa dei maggiori costi del trasporto che faranno lievitare terribilmente la spesa del servizio dei rifiuti solidi urbani”, ricostruiscono il segretario generale della Cgil Bat, Michele Valente, Francesco De Nicoli, coordinatore della Camera del lavoro di Canosa di Puglia e Felice Pelagio, segretario generale dello Spi Cgil Bat.

“In realtà la Regione Puglia aveva applicato la delibera che l’Autorità amministrativa ARERA aveva già deliberato nel 2021, in merito alle tariffazioni più congrue, cosiddette al cancello, per gli impianti minimi. Successivamente è intervenuta la sentenza del Consiglio di Stato del 6 dicembre 2023 ad annullare le disposizioni di ARERA, compresi i conferimenti RSU indifferenziati negli impianti cosiddetti minimi con le relative tariffe agevolate. L’inevitabile revisione delle tariffe Tari avrebbe determinato un aumento del costo a carico dei cittadini ma anche l’Amministrazione comunale avrebbe potuto adoperarsi riducendo le numerose spese non prioritarie per stanziare risorse comunali, in modo da compensare gli aumenti delle stese tariffe, onde evitare ulteriori aggravi per le famiglie”, commentano i tre sindacalisti.

“Oltre al danno la beffa, considerando che nel nostro territorio sono state importate e smaltite notevoli quantità di rifiuti urbani e speciali e che le tariffe delle famiglie canosine sono già aumentate nel 2023 di circa il 50%, rispetto agli importi del 2018/2019, a seguito dei criteri discrezionali delle tariffe Tari applicati dal Comune di Canosa. È evidente che il peso economico agirà esclusivamente sui cittadini, sugli anziani e sui più deboli che saranno chiamati a versare più tasse nelle casse comunali, nonostante le difficoltà economiche delle famiglie, le quali continuano a subire rincari ingiustificati dei beni essenziali e spese esorbitanti per le bollette regolate dal cosiddetto libero mercato. Compete al Comune trovare una soluzione, non è questo il momento di chiedere soldi alle famiglie; l’abilità e le qualità di un’Amministrazione comunale si evincono nel garantire servizi e risolvendo i problemi senza pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini”, concludono Valente, De Nicoli e Pelagio.