Ad esattamente nove anni da quelle terribili tragedie sul lavoro, che portarono, in due diverse occasione a distanza di pochi giorni, alla morte di due operai, Antonio Carpini e Cosimo Di Muro rispettivamente di Andria e Canosa, si torna in aula domani a Torino per la conclusione delle parti civili e le richieste dei pubblici ministeri nei confronti dei tre imputati a processo. Il 9 novembre scorso la prima vera udienza dibattimentale dopo una fase preliminare durata tanto, forse troppo, tempo. A marzo del 2012 i due incidenti sul lavoro mentre sia Carpini che Di Muro erano al lavoro nel torinese per la costruzione di un termovalorizzatore della TRM. Il 14 gennaio, invece, era prevista una nuova udienza rinviata a causa della positività al covid di uno degli imputati.

Nell’ultima udienza svolta a novembre, davanti al collegio presieduto dal giudice Barbieri del Tribunale di Torino, otto sono stati i teste ascoltati. Tre sono, come detto, le persone a processo per gli omicidi colposi mentre per le lesioni ha già deciso la prescrizione. Nel lungo procedimento, lo ricordiamo, c’è già stata una sentenza di assoluzione, quella di Raimondo Montanari il datore di lavoro in seno alla capogruppo delle imprese affidatarie dei lavori per non aver commesso il fatto, mentre due sono stati i patteggiamenti.

Attesa per le famiglie dei due operai che dopo oltre cinque anni di indagine, quattro magistrati coinvolti e praticamente otto anni solo per far partire il dibattimento chiedono ancora giustizia. In particolare l’unica parte civile ancora presente nel procedimento è quella dei coniugi Carpini, genitori di Antonio, difesi dagli avvocati Giacomo Lattanzio e Francesco Miccoli.