Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del Partito Democratico di Canosa:

«Nella notte di martedì 27 giugno, su via Balilla un’automobile, dopo essersi scontrata con un’altra per molto probabile eccesso di velocità, si è addirittura ribaltata. Una scena curiosa da vedere in città, dove i limiti, se rispettati, non dovrebbero superare i 30 km/h. Non parliamo, purtroppo, di un episodio poco frequente. Da qualche tempo la nostra città è diventata una sorta di set cinematografico: gente distratta alla guida che finisce su macchine parcheggiate; altri che investono rotonde. Certo, gli incidenti accadono e son sempre accaduti, ovunque e quasi sempre per responsabilità personali. Ma ciò non giustifica il trasformarsi dopo una certa ora in una zona franca, complice l’assenza assoluta di controlli. Conosciamo i limiti operativi delle amministrazioni comunali quando la Polizia locale è fuori turno. Dovrebbero magari pensarci altri, forse la Polizia di Stato o i Carabinieri a garantire una presenza necessaria se non si vuole che in quelle ore accada poi di tutto. Una questione di una certa rilevanza per il cittadino che stranamente non innesca alcuna riflessione. Possibile che le autorità, mi riferisco principalmente a chi ci amministra, siano così insensibili sul tema, che non se ne preoccupino? Che il tutto venga derubricato a questione minore? Circolare su strade battute da energumeni che sfrecciano come matti a bordo di automobili, motorini o motociclette, che rischiano di scontrarsi con tranquilli cittadini o di invadere marciapiedi mettendo a rischio l’incolumità di disarmati pedoni, o afferrare pali della luce consci di una sorta di impunità, non è degno di un paese che si ritenga civile. Non è ammissibile che non si possa far niente. Abbiamo corpi di polizia e amministratori pagati per sapere cosa si può e si deve fare.

Sempre il 27 giugno, la sindaca di Andria Giovanna Bruno comunicava di aver trovato i fondi per sostituire e riparare 65 telecamere, di cui 2 per la lettura delle targhe dei veicoli. Prevedeva di installarne altre 50 sfruttando un finanziamento europeo. I PON per la legalità, ovvero misure destinate a prevenirla o a correggerla, sono stati utilizzati in passato anche dalle amministrazioni canosine. Le telecamere le abbiamo anche noi. A differenza di Andria, però, non sappiamo se funzionano, e, soprattutto, se qualcuno si stia preoccupando di farle funzionare. A giudicare dalle dichiarazioni di mezza giunta comunale sembrerebbe che la questione è quantomeno negletta, per non usare un altro termine.

Eppure potrebbero essere un buon mezzo per contrastare fenomeni criminali all’aperto, senza considerare che spendere danaro pubblico, così come si è fatto, per uno scopo e poi non dargli corso è spreco di risorse della comunità. Sempre per restare al Codice della strada, in altre città a noi vicine hanno installato anche gli autovelox, oggetti dei quali la nostra amministrazione credo ignori l’esistenza. Servono da deterrenti o come strumenti di repressione nella lotta a chi non crede ai limiti di velocità, e poi magari finisce capottato. Ma in quanto deliberano a Palazzo di Città non troverete mai una traccia di questo o argomenti simili. Sembra che la preoccupazione maggiore di sindaco e assessori sia regolare i tavolini all’aperto di bar e ristoranti.

L’argomento sicurezza fa il paio con il concetto di legalità, che non è solo quella del politico beccato in abuso d’ufficio (tra l’altro non più reato), ma anche di quell’insieme di norme, regole, leggi che noi tutti dovremmo osservare.

Il sindaco stesso si lamentava un anno fa, quando ancora era dotato del dono di una più profonda eloquenza, di certi comportamenti ad opera di giovani soprattutto, che lui considerava poco rispettosi delle libertà altrui, come quella di tirar tardi e far baccano. Era adiratissimo con gli sporcaccioni che infestano ogni angolo della città con i loro rifiuti. Benissimo, lo siamo anche noi, ma sarebbe opportuno ricordargli che tra un sindaco e un ordinario cittadino c’è una bella differenza: lui può».