In piena campagna olivicola, una bellissima notizia per tutto il comparto del territorio delle Province Bari e Barletta -Andria- Trani. Infatti, l’olio extravergine di oliva cultivar coratina” è stato finalmente riconosciuto dalla Regione Puglia nell’elenco dei PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) nella sezione Grassi (Burro, Margarina, Oli) con determinazione del Dirigente Sezione Competitività delle filiere agroalimentari del 15 dicembre 2023 n. 553 aggiornamento dell’Elenco regionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali – anno 2023”. L’iter si concluderà a breve quando il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste pubblicherà l’aggiornamento dell’elenco nazionale Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Il Comune di Canosa di Puglia attraverso le ricerche storiche, documentali ed archivistiche della consigliera comunale, dott.ssa Antonia Sinesi, è quindi riuscito a relazionare la storia e le proprietà della cultivar coratina, facendo seguito a quanto ottenuto recentemente con la “sfogliatella”. Delle 33 richieste di riconoscimento presentate, solo 16 sono state accettate, di cui 3 proposte dall’Amministrazione Malcangio.

«La Coratina era un tempo conosciuta come “olivo a racioppe” – spiega la consigliera comunale Antonia Sinesi, promotrice del riconoscimento – prendendo spunto dalla caratteristica botanica di produrre olive a grappoli (definite, in dialetto, racioppe) o come uliva a racimolo. Quest’ultima denominazione veniva utilizzata, alla fine del Settecento, da Giovanni Presta, medico e agronomo italiano noto per i suoi approfonditi studi sull’olivicoltura. Egli ne parla nella sua pubblicazione “Memoria” intorno ai sessantadue saggi diversi di olio, presentati alla maestà di Ferdinando IV, re delle Due Sicilie, del 1786, e nel suo successivo trattato “Degli ulivi, delle ulive e della maniera di cavar l’olio”, nel quale si parla brevemente dell’oliva, da lui chiamata oliva a racimolo, “perché viene in racimoli di tre, di quattro ulive ciascuno, attaccate a piccole code”.

I PAT sono stati istituiti ai sensi dell’art. 8, comma 1 del D.Lgs n.173 del 1998, il quale sancisce l’importanza della valorizzazione del patrimonio gastronomico ed introduce la nozione di prodotto tradizionale quale tipologia di prodotto destinato alla dieta e strettamente condizionato da fattori come la tradizione, il territorio, le materie prime e le tecniche di produzione. I Prodotti Agroalimentari Tradizionali rappresentano uno dei biglietti da visita dell’agricoltura italiana di qualità. Con il termine prodotti tradizionali” s’intendono quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, protratte nel tempo, per un periodo di almeno 25 anni.

La denominazione di PAT viene “riconosciuta” con apposito decreto del MIPAAF (Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) che annualmente, su proposta delle Regioni, aggiorna e pubblica l’elenco nazionale dei PAT, suddiviso per Regione. A tal fine, risulta condizione “essenziale” almeno una prova documentale per comprovare l’adozione di regole tradizionali ed omogenee inerenti alla lavorazione e conservazione del prodotto agroalimentare per un periodo non inferiore a venticinque anni. Importantissimo, quindi, è il lavoro di ricerca bibliografica, il reperimento di documenti storici e l’attenta analisi di testi scritti. La fase successiva è la compilazione di apposite schede, predisposte dalla Regione, sulle quali vengono inserite le informazioni che caratterizzano il prodotto agroalimentare per il quale si richiede il riconoscimento di PAT. Si procede, quindi, all’indicazione della denominazione del prodotto, compreso il nome geografico abbinato ed eventuali sinonimi e termini dialettali. Si descrivono, poi, le caratteristiche del prodotto, nonché le metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo. È anche richiesta la descrizione di materiali e attrezzature specifiche utilizzate per la preparazione, il condizionamento o l’imballaggio dei prodotti, nonché quella dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura. e schede, così preparate dai soggetti promotori (enti pubblici e privati, associazioni, singoli cittadini, ecc.) per ogni potenziale PAT, vengono esaminate e fatte proprie dalla Regione che, dopo l’approvazione mediante pubblicazione di un’apposita determinazione dirigenziale sul Bollettino Ufficiale della Regione, predispone l’elenco da inviare al MIPAAF. È il Ministero, quindi, che conclude il lungo iter, pubblicando sulla Gazzetta Ufficiale la revisione annuale contenente l’elenco.

«La valorizzazione del territorio – spiega il Sindaco di Canosa di Puglia, dott. Vito Malcangio –  passa anche attraverso riconoscimenti di questo tipo. L’olio extravergine di oliva cultivar coratina” rappresenta una ricchezza della nostra città e in quanto tale occorre promuoverlo ad ampio raggio come fatto in precedenza con la sfogliatella. Le ricerche storiche condotte testimoniano di un passato ricco di cultura e Canosa ne è la più valida testimonianza: occorre continuare a perseguire questa strada ed infatti, non a caso, ulteriori novità degne di nota sono in arrivo».