Prospetto dalle indubbie qualità tecnico-tattiche visti i suoi trascorsi e rendimenti soprattutto in terra barlettana, Marco Milella, napoletano classe 89’, rappresenta a tutti gli effetti un jolly capace di rivestire più ruoli, da quello di braccetto in una difesa a tre a quello sia di interno, sia di esterno di centrocampo. L’esperienza, in un campionato come quello di Eccellenza, rappresenta un fattore determinante ed anche da questo punto di vista, egli ha portato in dote ai rossoblù un ulteriore quid teso a migliorare la rosa a disposizione di mister Gino Zinfollino. In forza al Barletta dal 2017, sono ben sette le stagioni disputate con i biancorossi fra Eccellenza e Serie D per un totale di più di 150 presenze e sei reti. Fra i protagonisti del “Triplete” della stagione 2021/2022 con mister Farina in panchina, prima dell’approdo nella città di Eraclio, Milella ha vestito anche le casacche di Giugliano e Melfi nella vecchia Serie C2, dell’Andria Bat in C1 nella stagione 2009/2010 e del Francavilla in Serie D nell’annata 2008/2009. Il curriculum del 33enne vede anche diversi trascorsi in Germania, dal 2013 al 2015 in Serie D tedesca con il Kickers Pforzheim (campionato vinto) e in Eccellenza Pugliese con la maglia dell’Atletico Vieste dal 2015 al 2018. Degna di nota è anche la parentesi con il Bari nel 2007 in Serie B dove ha avuto modo di militare sia nella Primavera, sia in prima squadra.

Come detto, gli anni trascorsi a Barletta sono stati per Milella indimenticabili ed è egli stesso a farne menzione: «E’ una piazza stupenda dove vincere è davvero difficile ma posso dire, assieme ai miei compagni di allora, di esserci riuscito portando a casa ogni trofeo disponibile. Per i tifosi, con il passare del tempo, sono diventato uno dei simboli della squadra, ne vado molto fiero e sarò per sempre grato a questa piazza. Per giocare in queste realtà così importanti occorre tanta personalità, cattiveria e determinazione, bisogna rendere a mille ogni settimana, non puoi mollare di un centimetro. Ed è quello che noi siamo riusciti a fare con vittoria sia del campionato, sia dello spareggio di Eccellenza contro il Martina, sia della Coppa Italia Regionale fra i festeggiamenti di una città letteralmente in festa. Ma non finisce qui: come tutti ben sapranno, la ciliegina sulla torta è stata portare a casa anche la Coppa Italia Nazionale, conseguendo l’iconico “Triplete”. La chiave di volta è stata trovare ulteriore forze mentali e fisiche, è stata una delle vittorie più belle della mia vita calcistica».

Dopo Barletta, ecco la tappa di Canosa dove ha avuto già modo di mettersi in mostra grazie a grinta, determinazione e carattere: «Ho scelto di venire qui perché ho fin da subito compreso la serietà e la passione del direttore sportivo Francavilla, del presidente Di Nunno e della società tutta. Qui mi sento a casa, e questo è merito della squadra e di tutte le componenti societarie: mi sto trovando benissimo, ho notato che molti hanno una grande considerazione di me, purtroppo a Barletta negli ultimi tempo non era più così, sono stato trattato malissimo e di conseguenza ho deciso di optare per Canosa. Il direttore mi ha cercato per 5-6 mesi, voleva assolutamente che venissi a Canosa, era consapevole della mancanza di un giocatore dalle mie caratteristiche. La squadra ha fatto poi il resto, mi hanno fatto inserire nel gruppo come se fossi stato sempre qui con loro, e questo non è sempre così scontato credetemi. Si scherza, si ride ad ogni allenamento e questa per me è la cosa più bella».

Alla voce obiettivi stagionali, il fact totum ofantino risponde così: «Penso che questo gruppo possa arrivare molto in alto, possiamo toglierci delle bellissime soddisfazioni. La squadra è davvero forte e alla base di tutto c’è l’unità, siamo una vera e propria famiglia. Arriveremo alla sfida in casa contro il Polimnia consapevoli di dover fare una grande partita. Loro sono una squadra forte, vi sono miei ex compagni di squadra lì, conosco la forza della squadra. Due domeniche fa c’erano tanti tifosi al “San Sabino”, l’auspicio è che continuino a sostenerci come fatto contro l’Unione Calcio Bisceglie, abbiamo bisogno anche e soprattutto di loro»